Presepe con hub vaccinale a Corridonia. "Ma non è un inno a i vaccini"

L’ideatore Tardini si difende dall e critiche: "Ogni anno lo attualizziamo, come quando crollò il ponte Morandi". Il parroco: " È il tempo della pandemia"

Don Fabio Moretti insieme ai realizzatori del presepio (foto Pangallo)

Don Fabio Moretti insieme ai realizzatori del presepio (foto Pangallo)

Corridonia (Macerata), 12 dicembre 2021 - Continua a dividere e a scatenare l’ira del web che con critiche, a tratti anche feroci, ha etichettato come ‘offensivo’ il centro vaccinale in miniatura allestito sul lato della chiesa di Santa Maria, proprio di fianco alla capanna della Natività. Come ogni Natale, l’ideatore Mario Tardini, assieme ai collaboratori Sandro Peroni, Valentino Marchetti, Alfredo Salvatelli e Marcello Principi, hanno rappresentato un episodio caratterizzante la storia d’Italia, come quando riprodussero il crollo del ponte Morandi a Genova. Vicino al bambinello, ora ci sono ambulanze, persone in attesa, medici, infermieri e anche la primula rossa, simbolo del vaccino anti Covid.

"Non pensavamo che si creassero simili polemiche – spiega Tardini – è un’opera realizzata in buona fede e nel tempo libero con l’obiettivo di rappresentare una situazione vissuta da molti di noi". Oltre alle polemiche, ci sono stati anche diversi apprezzamenti per un risultato che ha voluto simboleggiare anche un tributo alla lotta al Covid.

"Sono oltre 30 anni che allestisco presepi e il mio principale scopo – precisa – è ravvivare il rione dove abito. Il lavoro è durato più di 20 giorni, a partire dalle bambole acquistate in un mercatino, che poi ho rivestito, costruendo a mano le sedie così come i personaggi della Natività. La critica ci deve essere, ma non volevamo offendere nessuno, tantomeno su un tema così delicato". L’originale presepe è stato svelato al pubblico lo scorso 7 dicembre e a benedirlo era presente il parroco don Fabio Moretti. "Gli organizzatori, come ogni anno – racconta – hanno cercato di attualizzare il presepe con fatti di cronaca recenti. Quando sono arrivato non sapevo il tema trattato e qualche perplessità iniziale l’ho avuta, però credo che sia necessario vedere il messaggio che si vuol trasmettere, ovvero aver rappresentato il mistero dell’incarnazione di Gesù Cristo nella condizione che storicamente stiamo vivendo: quella di una pandemia in corso. Quell’hub non è di certo un inno al vaccino, ma è un’idea di rappresentazione della pandemia, forse è stato scelto un argomento divisivo, ma che sicuramente poi ha assunto dei significati che sono andati al di là dei reali intenti degli organizzatori".