In due giorni avrebbe appiccato tre incendi a Mogliano, in provincia di Macerata, dopo essere stato denunciato per un’altra scia di roghi nel suo paese. Per questo è agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico un 30enne di Monte San Giusto. L’uomo deve rispondere dell’accusa di incendio boschivo, per la quale rischia fino a dieci anni di carcere. Il primo episodio si era registrato il 27 luglio. Vigili del fuoco e carabinieri erano dovuti accorrere per un incendio che, dalle sterpaglie sul bordo di una strada, si era propagato all’intera scarpata con piante di medio fusto. I carabinieri avevano fatto il possibile per tenere a bada le fiamme fino all’arrivo dei pompieri. La sera successiva, altri due incendi si erano sviluppati sempre a Mogliano, interessando un’area di circa 300 metri quadrati. In quella occasione, era stato necessario anche chiudere la strada per evitare pericoli per gli automobilisti.
Da subito i carabinieri di Mogliano e Macerata hanno sospettato che gli incendi fossero dolosi, e opera di una stessa mano. Grazie alle telecamere di videosorveglianza e a una serie di riscontri investigativi, i militari hanno identificato un 30enne già noto per fatti analoghi: solo dieci giorni prima era stato denunciato per la serie di incendi appiccati a Monte San Giusto a cassonetti, portoni e persino in una stazione di carburanti.
Per lui dunque il tribunale ha disposto i arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. L’uomo avrebbe agito sempre da solo, senza alcuna motivazione particolare.