Presunti abusi sul Chienti, il Comune non dà notizie

La Forestale è costretta a sollecitare l’amministrazione a distanza di due anni. Serve un riscontro in 30 giorni, ma palazzo Sforza chiede un incarico esterno. .

Presunti abusi sul Chienti,  il Comune non dà notizie
Presunti abusi sul Chienti, il Comune non dà notizie

di Lorena Cellini

Il Comune di Civitanova è in ritardo di quasi due anni nel fornire informazioni alla Forestale in relazione a presunti abusi lungo la sponda sinistra del fiume Chienti. La segnalazione dei carabinieri è arrivata a Palazzo Sforza un anno e mezzo fa, a dicembre del 2021. Il Nucleo Forestale di Macerata chiedeva all’ufficio tecnico verifiche su alcune opere edilizie, all’alterazione del suolo e della vegetazione, all’attraversamento di canali affluenti del fiume. Passa un anno e a dicembre dello scorso anno il Comune invia alla Forestale una relazione che descrive l’avvenuta demolizione di parte delle opere abusive, ma ammette di aver controllato solo parte del tracciato. Si arriva così al 3 maggio di quest’anno con la Forestale costretta a sollecitare il Comune per completare i controlli, con la richiesta di fornire riscontro entro 30 giorni. Ma il Comune non dovrebbe farcela. Non ha né mezzi né il personale, perciò la giunta ha deliberato un incarico esterno per completare la ricognizione, con l’ammissione che il dipendente addetto agli accertamenti è assente dal novembre del 2022 e tale resterà per tutto il 2023, e che i rilievi richiedono il ricorso a droni e strumentazioni per rilievi topografici di cui attualmente non dispone il servizio edilizia privata dell’Ufficio tecnico comunale. Per cui, è stato deliberato dalla giunta l’affidamento dell’incarico a un professionista esterno. Non è stato ancora individuato e non è stata ancora stanziata la somma della parcella. Nel frattempo, nel febbraio del 2022 è stato rilasciato a una srl il permesso a costruire per la realizzazione delle opere di urbanizzazione lungo il Chienti, mentre dopo quasi due anni non si ha ancora un quadro definitivo dell’area, proprio quando le conseguenze delle emergenze meteo dovrebbero consigliare più efficienza agli enti preposti al controllo del territorio.