
Il cardiologo Alfredo Mazza
Macerata, 15 febbraio 2025 – Era previsto che le motivazioni sarebbero arrivate nell’arco di un paio di mesi. Così l’Ast si è presa un po’ di tempo. Ma ora, pur riservandosi ogni valutazione su un eventuale appello quando queste saranno pubblicate, ha deciso di pagare ad Alfredo Mazza, primario della Cardiologia ad indirizzo riabilitativo dell’ospedale di Camerino dal 19 dicembre 2022 al 30 giugno 2023, la somma complessiva di 102.557,34 euro.
Ormai non poteva fare diversamente, visto che Mazza il 5 febbraio scorso ha presentato un atto di precetto. L’Ast ha dato esecuzione a quanto previsto dalla sentenza dello scorso ottobre, con la quale la giudice del lavoro Germana Russo, in accoglimento parziale del ricorso presentato da Mazza contro il suo licenziamento (avvenuto il 27 giugno 2023), ha condannato la stessa Ast a corrispondergli 80mila euro per danno all’immagine e alla carriera, oltre agli interessi dal dovuto al saldo e al rimborso delle spese legali, per altri 12mila euro, rimborso delle spese vive, e altro. A queste somme vanno aggiunti gli interessi (4.168 euro), le spese generali (1.800 euro), Iva (3.157 euro) e altro (811), più compenso precetto (620,13 euro), e si arriva a 102mila euro.
Mazza aveva partecipato a un concorso dell’Ast e si era classificato al primo posto della graduatoria pubblicata il 22 novembre 2022, per essere poi chiamato a sottoscrivere il contratto il 19 dicembre. L’incarico di primario è soggetto a conferma al termine di un periodo di prova di sei mesi.
Come previsto dalla procedure, il 23 maggio 2023 Mazza aveva trasmesso la sua relazione al direttore del Dipartimento che aveva anche acquisito ogni elemento utile per una valutazione. L’esito era stato negativo, come quello espresso in seconda istanza del collegio tecnico nominato dalla direzione dell’Ast. Di qui il licenziamento.
Mazza, però, ha contestato su tutta la linea il provvedimento e si è rivolto al giudice. Ha presentato un ricorso con il quale ha chiesto l’accertamento e dichiarazione della nullità/inefficacia e illegittimità del licenziamento e, per l’effetto, la reintegra nel proprio posto di lavoro, oltre al risarcimento del danno. Tramite gli avvocati Paolo Campanati, Michele Magistrelli e Massimo di Cola, ha documentato che pur essendo in carenza di organico, aveva incrementato i numeri di attività inerenti all’assistenza prestata ai pazienti. Poi è arrivata la sentenza, che ha accolto solo parzialmente il ricorso. Non solo l’Ast attende le motivazioni per un eventuale appello, visto che questa strada potrebbe essere intrapresa anche dallo stesso professionista.