Tolentino, nudo e armato. Romagnoli: "Oppresso dalle tecnologie"

L’uomo era presente in aula per l’udienza di convalida: non volevo fare male a nessuno. Disposta la custodia in una struttura specializzata

Primo Romagnoli, in tribunale per l’udienza di convalida (foto Calavita)

Primo Romagnoli, in tribunale per l’udienza di convalida (foto Calavita)

Tolentino (Macerata), 10 ottobre 2019 - «Non volevo fare male a nessuno. Ce l’ho solo con le nuove tecnologie perché inquinano i cervelli ». E’ quanto affermato oggi in aula da Primo Romagnoli , il 53enne di Tolentino che lunedì mattina si era prima barricato in camera da letto, armato, e poi era sceso in strada nudo imbracciando il fucile. Si è tenuta questa mattina, al tribunale di Macerata, l’udienza; il giudice, che aveva richiesto in un primo momento la misura cautelare in carcere, sentita la relazione dei sanitari (presenti, tra cui il dottor Marco Giansanti ), ha disposto la custodia in una struttura specializzata, la Rems, Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, nel territorio di competenza.

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La più vicina dovrebbe essere a Pesaro. In questi giorni, però, Romagnoli resterà all’ospedale di Macerata, fino al termine delle cure collegate al trattamento sanitario (il primo a cui è stato sottoposto nella sua vita). La frase da lui detta giustificherebbe il motivo del colpo partito contro il modem, quello sparato lunedì nell’abitazione. Si dice soddisfatto dell’esito dell’udienza l’avvocato difensore (e parente) Marco Romagnoli : «Soddisfazione da parte della famiglia e della difesa – spiega –. Questa m i sura risponde alle esigenze di tutela pubblica incolumità e non interrompe il cammino terapeutico dell’imputato, finché non lui stesso non torni a nuova vita».