Privati nei pronto soccorso, affare da 86 milioni

Dottori reclutati tramite le cooperative per coprire i buchi: via libera al maxi appalto dell’Asur per le cinque Aree vaste della regione

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Le abbiamo provate tutte. Ciononostante, la criticità legata alla carenza di personale medico per i dieci pronto soccorso dell’Asur (escluse le Aziende di Marche Nord e Torrette) "persisterà per almeno ulteriori 56 anni". Di conseguenza "appare necessario procedere all’affidamento dei servizi medici a supporto delle Unità operative di pronto soccorso Asur tramite gara d’appalto". Questo, in sintesi, il senso della determina 644 dello scorso 20 ottobre firmata dalla direttrice generale Asur Nadia Storti, con la quale si fa ricorso a cooperative private per poter garantire un servizio essenziale.

Una gara che (divisa in cinque lotti, uno per ogni Area Vasta), complessivamente vale 71 milioni di euro a cui sommare 15 milioni di Iva, per un totale di 86 milioni. L’importo di base è di 23 milioni e 664mila euro (con l’Iva arriva fino a quasi 29 milioni) riferito ad un periodo di 24 mesi. Poi, però, ci sono le "opzioni": modifiche per incrementare il servizio, per eventualmente rinnovarlo di altri 24 mesi, o prorogarlo, che valgono altri 57 milioni. La scelta arriva al termine di un’approfondita analisi effettuata da un gruppo di progettazione costituito da Domenico Sicolo, direttore della medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Area Vasta 3, ospedale di Camerino; Giuseppina Petrelli, direttore della medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Area Vasta 5, ospedale di Camerino; Elisa Draghi, direttore medico di presidio, Area Vasta 4 Fermo. Il punto di partenza è che "la carenza cronica di personale medico specialista in medicina d’emergenza-urgenza dovuta alla mancata programmazione del numero delle borse di studio da attribuire a questa specialità che ha portato in crisi il sistema durante la pandemia Covid", visto che è stato necessario gestire contemporaneamente un doppio percorso (per i pazienti Covid e gli altri).

Dopo le prime tre ondate che hanno visto una riduzione (seppur pericolosa) degli accessi ai pronti soccorso sul cosiddetto pulito (pazienti affetti da patologie diverse dal Covid che non sono andati in ospedale per timore di contagio), "attualmente i pronti soccorso marchigiani sono tutti tornati ai numeri precedenti alla pandemia, quelli del 2019, sottoponendo il personale sottodimensionato ad un pesante carico di lavoro". Nel 2019 nei tre ospedali dell’Area Vasta 3 ci sono stati 78.256 accessi ai pronto soccorso: 40.427 in quello di Macerata, 27.489 in quello di Civitanova e 10.340 in quello di Camerino.

I dati del 2020 e 2021 registrano un forte calo, ma quest’anno siamo già su livelli molto alti (nel solo ospedale di Macerata ad oggi sfiorano i 30mila). A nulla, però, sono valsi i concorsi (cinque negli ultimi cinque anni): per quello bandito da Asur quest’anno per 26 posti sono arrivate solo 13 domande. Neppure hanno cambiato le cose le procedure di mobilità (volontaria o imposta con ordine di servizio), le assunzioni a tempo determinato rese possibili dalla normativa Covid e neppure il protocollo di collaborazione con la Politecnica delle Marche per "condividere" gli specializzandi. Di qui la scelta dell’appalto.

Franco Veroli