"Progetto pronto, ma senza Superbonus i lavori non partono"

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Il progetto di ricostruzione è pronto da tempo, ma non può iniziare. E’ la storia della 63enne Simonetta Mogliani, titolare della tabaccheria omonima, a Pieve Torina. Ma è anche la storia di altri terremotati, che stanno assistendo ad una battuta d’arresto per un problema: la mancata concessione del Superbonus da parte delle banche. Oltre all’aumento dei prezzi e alla difficoltà di reperimento dei materiali, il 110 vede anche l’esaurimento della capacità fiscale delle banche, per il concentrarsi di un numero molto elevato di richieste in un breve lasso di tempo. La tabaccheria di Simonetta si trovava in piazza Santa Maria Assunta, vicino alla chiesa, e lì c’era anche la sua casa. Le scosse di fine ottobre 2016 hanno provocato danni pesanti. Lo stabile è stato demolito. Ma non è stato ancora ricostruito. E l’eventuale accollo sarebbe di oltre 200mila euro. "Per anni ho pagato il mutuo sulla vecchia casa – precisa – e non posso di sicuro riaccenderne un altro". In questi anni la tabaccheria, a parte i primi sei mesi di chiusura subito dopo il sisma, è stata delocalizzata in una casetta (la casetta è stata messa a disposizione e lei ha dovuto pagare l’arredo). Mentre sul fronte abitazioni, dopo 14 mesi di permanenza al camping Holiday (Porto Sant’Elpidio), ha ricevuto una Sae. "La vita va avanti – spiega Simonetta -. Nel frattempo sono diventata nonna di due splendidi nipotini, uno di 4 e l’altro di un anno, che però, purtroppo, non sanno cosa significhi avere una casa vera e propria. Il progetto è pronto da tempo ma per la problematica del Superbonus non possiamo partire; il fatto di concedere il Superbonus a tutti, anche fuori cratere, ha rallentato la ricostruzione". Nell’ultimo anno imprese e professionisti si sono concentrati sul 110%. "In tutti questi anni – conclude Simonetta – i politici hanno detto di continuo a noi terremotati "Non vi lasceremo soli", oppure "I soldi ci sono". Anche quando siamo stati a manifestare a Roma. Ma allora se i soldi ci sono, dove stanno? Perché la ricostruzione vede ancora degli ostacoli? Sinceramente, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni".

l. g.