Prospettive amare: sarà un 2023 di recessione

Uno studio della Cgia assegna al Maceratese la maglia nera delle Marche. Prevista una contrazione del Pil tra le più alte d’Italia

Migration

di Franco Veroli

Sono previsioni amare quelle per l’economia maceratese nel 2023. La nostra provincia vedrà una contrazione del Pil (Prodotto interno lordo, al netto delle imposte indirette – Iva – che esprime la crescita di un territorio) pari allo 0,8%. Un calo che la pone, su un totale di 107 province, al quarto peggior posto in Italia (il 104°), seguita solo da Enna ( - 0,9), Rovigo (- 0,9) e Vibo Valentia (- 1%), e che le assegna anche la maglia nera delle Marche. La provincia di Fermo (11° miglior posto in Italia), infatti, crescerà dello 0,3% (la migliore in regione) e quella di Ancona dello 0,1%; recessione per le province di Ascoli Piceno e Pesaro – Urbino, ma in misura più contenuta rispetto a Macerata (rispettivamente – 0,4% e – 0,6%). E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi della Cgia di Mestre, che ha preso a riferimento le 107 province monitorate da Prometeia, che disegnano uno scenario decisamente preoccupante per l’anno prossimo: 6 province su 10 saranno in recessione. In questo quadro, come detto, quella di Macerata è tra le peggiori, una situazione che – purtroppo – sembra annunciata. Nel corso del 2022, infatti, per la provincia di Macerata è prevista una crescita del 2%, la più bassa delle Marche: Fermo + 3,8%, Ancona + 3,6%, Ascoli Piceno + 3%, Pesaro – Urbino + 2,3%. Ed è la provincia di Macerata che, sempre nel 2022, rispetto ai livelli pre Covid (2019) ha recuperato meno degli altri: appena lo 0,2% in più rispetto al + 1,9% di quella di Ancona, al + 1,8% di quella di Pesaro – Urbino, al +1,1% di quella di Fermo e al + 0,7% di quella di Ascoli Piceno. Insomma, "sebbene mai come in questo momento elaborare delle previsioni economiche sia particolarmente arduo – evidenzia la Cgia di Mestre - a detta di tutti i principali istituti di ricerca, il 2023 sarà molto difficile". E per noi lo sarà ancora di più.

Brutte notizie che, però, non arrivano inaspettate, visto che su sollecitazione della Cna di Macerata, il presidente della Provincia, Sandra Parcaroli, ha accolto la proposta di un "Tavolo istituzionale per lo sviluppo economico", riunitosi venerdì per la prima volta. Alla base dell’iniziativa i dati drammatici della Camera di Commercio: negli ultimi due semestri le imprese attive in provincia di Macerata sono diminuite del 4,4%, molto di più di Fermo (- 0,8%), Pesaro – Urbino (-0,7%), Ancona (- 0,4%) e Ascoli Piceno (- 0,1%). Se a livello nazionale il Pil (o meglio il valore aggiunto reale) sarà pari a zero, le differenze a livello provinciale ci condannano in una posizione di coda per rimontare la quale va sicuramente ripensato il nostro modello di sviluppo, in difficoltà fin dalla crisi del 2008 e sul quale si sono poi abbattuti tanto il terremoto che la pandemia. Per la cronaca: la provincia che registrerà la crescita migliore in Italia è quella di Milano (+0,8%), seguita da quelle di Savona (+0,6%), Salerno (+0,6%), Bologna (+0,5%) e Verona (+0,5%).