
di Chiara Gabrielli
In tanti entrano ed escono in questi giorni dal negozio Punto Sport di corso Cavour, fanno acquisti e qualcuno, con profondo dispiacere, ne approfitta per salutare il titolare, Maurizio Vallesi. Sulla vetrina, si legge "Fuori tutto" in occasione della vendita straordinaria. Lo storico negozio chiuderà infatti i battenti in via definitiva il 22 luglio: "È una mia scelta. Vado in pensione, purtroppo non ho trovato nessuno che prendesse il mio posto. Ho provato a cercare, ma ormai si preferisce la disoccupazione ai rischi della partita Iva, e parlo di commessi esperti, che sono da 20 anni nel campo dell’abbigliamento. Ho sperato che qualcuno subentrasse, ma niente. Finisce così. Per quanto mi riguarda – dice Vallesi –, penso che dall’estate mi dedicherò alle passeggiate in montagna, alla lettura e naturalmente al teatro, la mia grande passione". L’amarezza è grande dopo una vita trascorsa nel settore: "Ho iniziato a lavorare nel 1983 in un negozio di articoli di caccia e ferramenta in provincia – racconta Vallesi –, poi ho continuato con Luchetti in via dei Velini. Mi sono trasferito qui, in corso Cavour, nel 2016. Ho resistito bene alla pandemia, quel periodo non mi ha abbattuto, anzi, posso dire che negli ultimi sette anni è stato sempre un crescendo. I problemi sono arrivati semmai di recente, con lo scoppio della guerra e le bollette salate che ha portato con sé. Ma non è questo il motivo per cui lascio. Ho raggiunto l’età pensionabile, punto".
"Certo che mi dispiace chiudere – aggiunge Vallesi –, ma è stata una mia scelta e purtroppo nessuno ha intenzione di portare avanti l’attività. C’è bisogno di un passaggio generazionale, ci vorrebbe un giovane volenteroso, sui 30 anni, che continui a fare questo lavoro. Ma non c’è. I prodotti che offro, poi, non sono certo quelli della grande distribuzione, ma di un certo tipo e dispiace pensare che in città verrà a mancare un negozio così dedicato allo sport. Oltre a questo, c’è una relazione con il cliente, c’è una consulenza diretta. Si crea un rapporto di fiducia".
I clienti abituali confermano le sue parole: "È un peccato che chiuda – dice Oriana Sartori –, ci dispiace molto. Era un punto di riferimento a Macerata, venivo qui quando serviva acquistare qualcosa di particolare. Ora, invece, non so dove si potrebbe andare per trovare prodotti simili". "Non mi piacciono i centri commerciali – commenta Daniela Corvatta, ex professoressa di scienze al liceo artistico, tra i clienti affezionati di Punto Sport e residente in corso Cavour –, mi piace invece il rapporto umano che si crea con il venditore, quella relazione che si crea con gli anni è insostituibile. Si entra nel negozio ed è come essere in famiglia. Il negoziante conosce già i tuoi gusti, le tue esigenze, anticipa le tue domande. Ecco, tutto questo ci mancherà. Il quartiere si è trasformato nel tempo, ad esempio ora mancano un negozio di casalinghi, un ferramenta, un negozio di tessuti, per questi acquisti bisogna per forza prendere la macchina e, così, inquinare". "Bisognerebbe tornare ai negozi di quartiere, un po’ come è ora corso Cairoli, che resiste. Qui in corso Cavour, invece, prevalgono le attività di abbigliamento ormai. Manca anche una merceria ben fornita. Oltre a questo, in corso Cavour manca il verde – conclude Corvatta –. Ci sono i marciapiedi molto ampi sul lato destro, basterebbe mettere delle aiuole o dei vasi per offrire un colpo d’occhio ben diverso e abbellire così questa via a due passi dal centro storico".