Pusher ingerisce l’eroina Condannato e subito libero

Otto mesi con rito abbreviato per il 24enne nigeriano fermato a Piediripa

Migration

di Paola Pagnanelli

Condannato per spaccio a otto mesi, torna subito libero Blessing Osas, 24enne nigeriano arrestato dai carabinieri sabato scorso. Per non farsi scoprire, aveva ingerito l’eroina che nascondeva in bocca. I militari della Sezione operativa del Nucleo operativo della Compagnia di Macerata, venuti a sapere di alcuni giri loschi nella zona di Piediripa, quella mattina avevano deciso di fare qualche controllo in borghese. Nei pressi della farmacia avevano visto arrivare in auto un maceratese, conosciuto da anni come tossicodipendente, e un pakistano; i due avevano fatto una telefonata poi si erano spostati verso la zona industriale di Corridonia. Dopo essersi fermati nel parcheggio di un supermercato erano tornati a Piediripa, fermandosi non lontano dall’ufficio postale. I carabinieri, che avevano monitorato tutti gli spostamenti della coppia, a quel punto hanno visto arrivare il nigeriano, che aveva sputato qualcosa dalla bocca e lo aveva consegnato ai due. Poi il ragazzo si era accorto dei militari che si avvicinavano ed era corso via, tentando di fuggire. Ma la pattuglia era riuscita a bloccarlo dopo un breve inseguimento. Con la perquisizione, era venuto fuori che il nigeriano, identificato come Blessing Osas, non aveva nulla di compromettente addosso. Ma dato che i carabinieri avevano assistito alla cessione hanno capito che poteva aver ingerito le altre dosi nascoste in bocca. Lo hanno portato in ospedale, e la Tac ha confermato che era andata proprio così: nello stomaco aveva alcuni piccoli pacchetti, che se si fossero aperti avrebbero potuto ucciderlo. Così il 24enne era stato arrestato con l’accusa di spaccio di eroina; è stato trattenuto in ospedale fino a quando non si è liberato di tutte le dosi di stupefacente.

Ieri mattina per lui si è tenuto il processo per direttissima. L’imputato, difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli (nella foto), ha chiesto il processo con il rito abbreviato. E il giudice Federico Simonelli lo ha condannato alla pena chiesta dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo: otto mesi di reclusione. Con il beneficio della sospensione condizionale, dopo la sentenza il ragazzo è potuto tornare in libertà.