Qualità della vita, la provincia arretra Lavoro e sanità sono le note dolenti

La classifica vede scendere Macerata dal 51esimo al 59esimo posto: nelle Marche solo Fermo va peggio. Siamo tra gli ultimi nella categoria "Affari": tante le imprese che chiudono, esportazioni al palo

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di Franco Veroli

Migliorano la sicurezza e la giustizia e c’è persino un posto da prima in classifica per l’illuminazione pubblica sostenibile. Ma questo non è bastato alla provincia di Macerata per evitare uno scivolone all’indietro di otto posizioni, dal 51° al 59° posto (su 107), nella annuale indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore. Un arretramento pesante che, tra le consorelle marchigiane la vede la penultimo posto, preceduta da Pesaro (25° posto, in forte crescita), Ancona (28°) e Ascoli (42°), mentre Fermo segue al 73°. L’indagine ha preso in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990.

La marcia indietro più marcata riguarda "Affari e lavoro", dove la provincia di Macerata occupa il 92° posto, perdendo ben 48 posizioni rispetto allo scorso anno. Colpa, soprattutto, di un elevato numero di pensioni di vecchiaia (il cui importo medio è di 17.800 euro, contro una media italiana di 19.563), di tante imprese che chiudono, di una imprenditorialità giovanile al di sotto della media, di una ridotta partecipazione alla formazione continua e di una quota di export rispetto al Pil che si ferma al 22,4% rispetto ad una media che va oltre il 30%. C’è anche un dato positivo: l’incremento del 14,9% delle start up innovative. A questa categoria si associa quella su "Ricchezza e consumi", dove passiamo dal 60esimo al 64esimo posto. Tra il 2021 e il 2022 il valore aggiunto è cresciuto del 6,6%, ma insieme, purtroppo all’inflazione che in provincia per quel che riguarda i prodotti alimentari e le bevande non alcoliche, è schizzata al 17%, contro una media italiana del 13,8% (relativamente a questi beni nel mese di ottobre la nostra provincia ha registrato, insieme a quella di Cosenza, il più elevato rialzo dei prezzi in Italia). Altro crollo pesante riguarda la categoria "Demografia, società e salute" dove si passa dal 37esimo al 76esimo posto (-39 posizioni), in cui sono evidenti gli effetti della pandemia, visto che abbiamo avuto 298,6 casi Covid contro una media di 260,4. E, poi, mancano medici specialisti, le donne mettono al mondo il primo figlio a 33 anni (media più alta di quella italiana), abbiamo un significativo numero di iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), mediamente quasi doppio rispetto a quello italiano, un numero di anziani molto alto. In compenso le donne hanno una qualità di vita migliore che altrove e ci sono più immigrati regolari residenti.

Per quanto riguarda "Ambiente e servizi" manteniamo una posizione di testa, la 15esima, ma sono cinque posti in meno rispetto allo scorso anno, mentre per "Cultura e tempo libero" ci attestiamo al 55esimo posto (-5). La sorpresa, positiva, arriva dalla categoria "Giustizia e sicurezza": ci collochiamo al 21esimo miglior posto, guadagnando ben 28 posizioni. Non solo abbiamo un indice di criminalità molto basso, ma sono anche in calo i furti, le rapine sono estremamente poche (siamo all’ottavo miglior posto). Un neo, però, c’è: siamo ancora tra le prime province (15esimo posto) per numero di denunce relative allo spaccio di sostanze stupefacenti.