Macerata, rapinata e picchiata in casa. Caccia ai balordi: c'è un sospetto

Le immagini delle telecamere al vaglio della polizia. Ispezionata l’area esterna alla casa, le chiavi dell’abitazione erano nel prato

Daniela Zucconi, rapinata in casa a Macerata (Foto Calavita)

Daniela Zucconi, rapinata in casa a Macerata (Foto Calavita)

Macerata, 2 gennaio 2020 -  Gli inquirenti stanno visionando le immagini delle telecamere delle strade circostanti: hanno un sospetto, ma è tutto ancora da verificare. Indaga senza sosta, la polizia, per cercare di risalire ai responsabili della tremenda aggressione ai danni di Daniela Zucconi (video), 64 anni, la tabaccaia che si è stata vittima, la sera del 30 dicembre, di un brutale pestaggio nella sua abitazione, che si trova in una posizione piuttosto isolata nella periferia di Macerata, in contrada Valteia. È caccia aperta ai due balordi: la polizia cerca uomini, con ogni probabilità stranieri, dall’accento sembrerebbero dell’Est.

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I due sono stati descritti come giovani di circa 30 anni. Si sono introdotti nella casa della donna, che vive da sola, e poi, col volto coperto da cappucci bianchi, l’hanno massacrata di botte, con pugni al capo, al viso e al corpo, provocandole diverse contusioni e la lussazione del dito medio. Un incubo che è durato circa un’ora, finché i due non se ne sono andati, alla fine a mani vuote, mentre la 64enne è riuscita a liberarsi da sola dal nastro adesivo, impiegando circa mezz’ora: soltanto alle 21.30 è riuscita a chiamare il 118 e un conoscente, dando così l’allarme.

Tutto è cominciato intorno alle 20 di quella sera, quando la donna ha chiuso la sua attività, la tabaccheria in via Santa Lucia, ed è andata a versare i soldi dell’incasso in banca, e poi a casa. Una volta lì, ha riferito Zucconi, ha aperto come sempre la serranda del garage, e si è infilata dentro con l’auto. Ma, appena ha aperto lo sportello, è stata afferrata e tirata fuori dal veicolo, sbattuta a terra e tenuta ferma sul pavimento. Mentre stava così, immobilizzata, Zucconi ricorda di aver sentito dolore, mentre, nel buio quasi totale del garage, cresceva il terrore per quanto stava accadendo. Poi è stata trascinata in casa, messa sul divano – dove le hanno legato i piedi – e legata a una sedia con del nastro adesivo.

In testa le hanno messo la federa di un cuscino, preso dalla camera da letto. Ed è lì, sulla sedia, che è stata picchiata, sotto minaccia. "Ti taglio tutte le dita – le diceva uno dei due, in un buon italiano –, dicci dov’è la cassaforte, tira fuori i soldi". Ma la donna non aveva soldi in casa, fatta eccezione per 20 euro nel portafoglio, e anche se lo ha ripetuto più volte ai suoi aggressori, loro avrebbero continuato a picchiarla. Alla fine, dopo aver messo a soqquadro salotto e camera da letto, i due se sono andati, lasciandola legata alla sedia. Lei, con molta fatica, è riuscita a slegarsi e a dare l’allarme. Una volta al pronto soccorso, è stata curata e sottoposta a diversi esami, tra cui una Tac. La Scientifica quella notte è rimasta sul posto fino a tardi, in cerca di eventuali indizi e impronte: gli agenti hanno ispezionato anche l’area esterna. È nel prato che hanno trovato le chiavi di casa, mentre quelle dell’auto erano ancora dentro il veicolo. Nella borsa c’era ancora il cellulare. Il giorno seguente, Zucconi ha deciso di andare comunque a lavorare. E in negozio c’era un gran via vai di persone che hanno voluto esprimere solidarietà per quanto accaduto. "Non mi faccio fermare – ha detto ai clienti –, sono riuscita a sopravvivere, l’importante è questo. Essere qui oggi a raccontarlo".