
L’intervento di un ufficiale giudiziario per uno sfratto (foto d’archivio)
"Al di là dei numeri è chiaro che lo sfratto è un momento terribile, specie quando riguarda persone che si trovano in condizioni particolari. La maggior parte dei provvedimenti è legata alla morosità. È su questo che bisognerebbe riflettere, visto che il problema della casa, negli ultimi anni, non è stato certo in cima ai pensieri dei sindaci o altre istituzioni". Gianni Ciccarelli, responsabile del Sunia Cgil, commenta così la reazione del 67enne che martedì – all’arrivo dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto – si è barricato in una casa di via Contini a Macerata, minacciandolo con una balestra.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, nel 2023 in provincia di Macerata sono state 459 le richieste presentate al giudice per l’esecuzione di uno sfratto, il numero più elevato delle Marche. Sono stati 158, invece (+27,4% sul 2022), i provvedimenti di convalida dello sfratto, la stragrande maggioranza dei quali, 121, per morosità, e solo 37 per finita locazione. Quelli eseguiti sono stati 81. "La difficoltà di pagare – sottolinea Ciccarelli – riguarda sia chi risiede in una abitazione privata, con arretrati riferiti a qualche mese, sia chi risiede in un appartamento pubblico, di proprietà dell’Erap o dei Comuni, dove l’arretrato talvolta arriva anche a due anni. In tutti i casi, prima di arrivare davanti al giudice, i proprietari concedono proroghe, offrono piani di rientro graduali, ma spesso gli inquilini non riescono a rispettarli". Secondo il responsabile del Sunia si legano diversi fattori. "Innanzitutto il mercato degli affitti. A Civitanova nel privato servono mille euro mensili per un appartamento di 80 metri quadrati, a Macerata va un po’ meglio, ma siamo sempre su cifre elevate. I Comuni, poi, non hanno più scommesso sulla casa, motivo per cui, a differenza degli anni Ottanta e Novanta, le disponibilità attuali di abitazioni da parte pubblica per le fasce più bisognose sono poche. E anche quando ce ne sono, magari non le si assegna – come accade a Civitanova – perché sono scadute le graduatorie e non si provvede al loro rinnovo. Va, infine, tenuto conto del fatto che non tutti gli sfratti, per quanto dolorosi, sono uguali: ci sono situazioni oggettivamente più complicate con difficoltà accertate, come quelle che riguardano gli anziani, famiglie con persone in condizioni di disabilità, ecc. Ecco, per questi casi bisognerebbe rivedere e aggiornare le norme. In ogni caso, non si può sbattere la gente in strada. Chi viene sfrattato, a meno che riesca a provvedere da solo, deve avere un’alternativa".
Roberto Bertolini, segretario dell’Unione piccoli proprietari immobiliari di Macerata (Uppi), conferma: "Sono in forte aumento i provvedimenti di sfratto per morosità, non solo residenziale, ma anche per altri usi, a partire da quello commerciale, anche se – fortunatamente – di casi come quello accaduto l’altro giorno nella nostra realtà se ne contano pochi. Va premesso che la morosità riguarda il mancato rispetto di un obbligo contrattuale che, ovviamente, non può essere ignorato. Per quanto ci riguarda tentiamo fino all’ultimo un percorso di conciliazione, soluzione che è interesse tanto del proprietario che dell’inquilino. Prima si richiama l’inquilino a regolarizzare la situazione, poi parte una diffida, poi si offre la possibilità di una proroga o anche di un rientro graduale dal debito". Insomma, quella di andare dal giudice è solo l’estrema ratio. "Anche perché va sottolineata una anomalia che penalizza i proprietari. Fino a quando il contratto non viene risolto dal punto di vista giudiziale con una sentenza di convalida dello sfratto, questi continuano a pagare tasse su redditi, i canoni di affitto, che in realtà non hanno percepito. Una vera ingiustizia". Anche Bertolini riconosce che c’è un problema sociale. "Da tempo sollecitiamo ai sindaci l’avvio di un tavolo di concertazione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte".