Un mese in Romania per adottare due bimbe: i colleghi le regalano i giorni di ferie

La storia dell’infermiera Alina: "Io e mio marito abbiamo impiegato quattro anni circa per ottenere l’idoneità. Sostegno da parte di tutti"

Alina Nechifor con il marito

Alina Nechifor con il marito

San Severino (Macerata), 14 dicembre 2021 - "Crederci, crederci sempre e non perdere mai la speranza. Prima o poi i desideri si realizzano". Lo sanno bene Alina Nechifor e suo marito. Lei, infermiera al reparto Medicina di San Severino, lui dipendente di una fabbrica di Sforzacosta. Venerdì partiranno per la Romania (nazione di cui sono originari), per adottare due splendide bimbe di 4 e 6 anni. La loro è una storia di speranza e di generosità che, specie a Natale, può riscaldare i cuori di tante persone.

"Quando io e mio marito ci siamo conosciuti – racconta Alina – sin dall’inizio ci dicevamo che se ne avessimo avuto la possibilità, oltre ad avere dei figli nostri, ci sarebbe piaciuto anche adottarne uno. Poi la vita ci ha portato proprio sulla strada dell’adozione. Abbiamo capito che non riuscivamo ad avere figli e abbiamo fatto una scelta: quella di non tentare la strada della procreazione medicalmente assistita".

Una scelta di coraggio che quindi li ha portati ad intraprendere un percorso verso l’adozione: "Abbiamo impiegato quattro anni circa per ottenere l’idoneità. Abbiamo avuto incontri con psicologi, assistenti sociali, udienze in tribunale. Un lungo iter inframezzato dal Covid e dai lockdown. Poi finalmente il 24 dicembre 2020 abbiamo ricevuto il decreto di idoneità all’adozione da parte del giudice e il primo settembre il dossier delle nostre bimbe". Alina e suo marito hanno scelto di adottare le loro figlie in Romania, nazione da cui provengono e venerdì partiranno per le ultime pratiche e staranno fuori un mese:

"Il 21 dicembre abbiamo l’ultima udienza, si tratta di una formalità. Siamo già stati a conoscere le bambine e scherzando io e mio marito ci diciamo sempre che se le avessimo fatte noi, non sarebbero state così perfette. In tutto questo, i miei colleghi mi sono stati vicini, anche nei momenti di maggiore sconforto. Sono stati davvero cari, mi hanno regalato i giorni di ferie per poter stare fuori tutto il tempo necessario. Lo stesso ha fatto un collega di mio marito. Ma devo dire – continua ancora Nechifor – che anche tutte le istituzioni italiane coinvolte ci hanno dato una mano per consentirci di avere tutti i documenti di cui avevamo bisogno il prima possibile. Abbiamo trovato l’aiuto di tutti". Una storia che conferma come la speranza sia il motore più potente, quello che consente di realizzare i propri sogni. Ecco perché Alina si sente di consigliare solo di "non perderla mai la speranza. Qualsiasi strada ci si senta di affrontare, si deve andare fino in fondo: solo così il sogno si realizza".