Macerata, violano i registri elettronici. Studenti nei guai

"Password rubate ai prof per ritoccare i voti". Quindici ragazzi sospesi dalle lezioni: rischiano la denuncia

La polizia postale sta indagando per ricostruire la vicenda

La polizia postale sta indagando per ricostruire la vicenda

Macerata, 19 febbraio 2020 - Sono entrati nel registro elettronico di alcuni insegnanti e hanno modificato i voti. Scoperti, sono stati sospesi dalle lezioni, con obbligo di frequenza, per due settimane.

Il fatto è stato quindi segnalato alla polizia postale per le necessarie indagini. E, ora, gli studenti autori dell’incursione rischiano una denuncia per "accesso abusivo a sistema informatico". È quanto accaduto, prima di Natale, al liceo scientifico Galilei di Macerata, una vicenda che vede coinvolta una quindicina di studenti, tutti maggiorenni.

Accertato il fatto dalla stessa scuola (gli studenti chiamati in causa avrebbero "confessato"), l’indagine della polizia postale è volta soprattutto a capire come i ragazzi siano venuti in possesso delle password dei docenti, quanti siano stati gli accessi e da dove siano stati effettuati, se da scuola o da casa, o se da ambedue le postazioni.

Andranno poi stabilite di conseguenza le effettive responsabilità individuali, visto che qualcuno potrebbe aver agito per conto di se stesso, ma anche di qualche compagno. Gli studenti, una volta acquisite le password dei docenti, hanno modificato i voti, ma in modo non vistoso: hanno apportato lievi cambiamenti, probabilmente convinti che, non essendo rilevanti, sarebbero passati inosservati. Non hanno cambiato solo voti orali, però, ma anche quelli relativi a prove scritte e questo, ovviamente, li ha resi più facilmente rintracciabili.

Si aggiunga che se un docente rileva un’incongruenza, può pensare anche a un suo errore; se sono diverse, però, è chiaro che si insospettisce. E, così, è scattata l’indagine interna all’istituto, che nel giro di poco tempo ha portato a scoprire i ragazzi autori di quella che, ai loro occhi, probabilmente era poco più che una bravata, senza rendersi conto delle possibili conseguenze: non solo sul loro percorso scolastico, ma anche su altri fronti. I docenti accedono al registro di classe con proprie parole, una delle quali è la password. Possono farlo in aula, tramite la Lim (la lavagna interattiva multimediale) o anche dal proprio computer o tablet personale.

È chiaro che quando l’accesso viene effettuato in aula bisogna fare attenzione a seguire le giuste procedure per evitare che delle parole di accesso, in particolare la password, possa restare traccia. Ma anche se gli insegnanti sono molto attenti e agiscono come devono, gli studenti riescono talvolta a violare comunque il registro, come dimostrano altri casi analoghi. Non è la prima volta, del resto, che accade un fatto del genere in Italia: più volte i registri elettronici sono stati violati.

L’ultimo episodio, pochi giorni fa, a Piacenza, dove gli studenti si sarebbero impossessati delle parole di accesso al registro elettronico per "sistemare" le giustificazioni e gli orari di ingresso. Anche in questo caso sono stati individuati e sospesi.