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PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Relazione della Direzione antimafia Ricostruzione, Pnrr e droga "Rischio infiltrazioni criminali"

Rilevate propaggini della ’Ndrangheta interessate a praticare in provincia riciclaggio ed estorsioni. Effettuati 17 controlli nei cantieri della zona del cratere. Fanno gola anche le attività imprenditoriali.

Relazione della Direzione antimafia  Ricostruzione, Pnrr e droga  "Rischio infiltrazioni criminali"
Relazione della Direzione antimafia Ricostruzione, Pnrr e droga "Rischio infiltrazioni criminali"

di Paola Pagnanelli

Il rischio infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale, lo spaccio in mano a gruppi criminali italiani e stranieri, e l’allerta con la pioggia di fondi per i cantieri post sisma. Come da tradizione, sono questi gli ambiti su cui si concentra la relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al ministro dell’Interno e al Parlamento, relativa ai primi mesi del 2022, per quanto riguarda la criminalità organizzata in provincia e in regione. "Il sistema produttivo marchigiano, per lo più basato su imprese di piccole e medie dimensioni, potrebbe essere attrattivo per la criminalità organizzata soprattutto con scopi di riciclaggio e reinvestimento dei capitali – si legge nel documento -. Il territorio, colpito dal sisma del 2016, continua a essere interessato dai lavori di demolizione, smaltimento delle macerie, e dalle opere di ricostruzione che impegnano considerevoli finanziamenti pubblici, non ultime le risorse assegnate con il Pnrr, i fondi Next Generation Ue e i Fondi strutturali, che devono mantenere alta l’attenzione per il contrasto alle infiltrazioni mafiose". A oggi, prosegue la Dia, dalle indagini "non emergono associazioni criminali radicate nel territorio, ma sono state rilevate propaggini riconducibili alle mafie tradizionali. In particolare, è da tempo documentata l’operatività di soggetti di matrice ‘ndranghetistica interessati all’infiltrazione del tessuto economico e imprenditoriale. Il fenomeno della criminalità di matrice straniera si è andato consolidando mediante la presenza di gruppi criminali che sono riusciti a ritagliarsi notevoli spazi". Per quanto riguarda gli accessi ai cantieri, previsti dalla normativa antimafia contro le infiltrazioni criminali, i gruppi interforze ne hanno messi a segno 17 nella nostra regione. "Il controllo si sostanzia nel verificare in loco le persone fisiche e giuridiche presenti, gli strumenti impiegati e la documentazione generata tra stazioni appaltantiaggiudicatarieventuali terzi in subappalto. Il patrimonio informativo viene trasmesso alle prefetture e utilizzato per alimentare il sistema informatico gestito dalla Dia. I prefetti possono così intervenire con eventuali provvedimenti antimafia interdittivi". Al nord gli accessi nei cantieri sono stati 6, su 207 persone fisiche e 63 imprese; al centro sono stati di più, 30, su 273 persone fisiche e 88 ditte; solo nelle Marche appunto i gruppi interforze hanno fatto 17 accessi nei cantieri, con 142 persone e 51 imprese controllate. Infine, l’analisi sulle proiezioni mafiose regionali si concentra su Ancona. Per quanto riguarda il resto della regione, "sebbene nel semestre non vi siano stati episodi di rilievo, negli anni le investigazioni hanno consentito di appurare come il traffico e lo spaccio di droga costituisca la principale attività illecita che interessa il territorio regionale da parte sia di sodalizi stranieri, sia della criminalità italiana. Infine, il tentativo di eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio trova riscontro nel monitoraggio delle attività imprenditoriali operato dai gruppi interforze ai fini delle interdittive antimafia o strumentali all’iscrizione nelle cosiddette White List". Provvedimenti del genere risultano emessi a Pesaro e Macerata.