"Restiamo convinti che ci voleva il massimo della pena per tutti"

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"Noi avevamo chiesto tre ergastoli, e la sentenza è molto lontana dalla nostra richiesta. Valuteremo le motivazioni. Di sicuro, eravamo convinti che ci fossero le prove a sostegno di richieste così pesanti". Così il procuratore capo Giovanni Narbone ha commentato la conclusione del processo sull’omicidio di Rosina Carsetti. La ricostruzione offerta in aula dal sostituto procuratore Vincenzo Carusi era quella di un delitto premeditato, maturato in un contesto familiare difficile. Da quando Arianna e il figlio erano andati a vivere a Montecassiano, Rosina avrebbe subito vessazioni e maltrattamenti dal marito Enrico Orazi, dalla figlia Arianna e dal nipote Enea Simonetti, al punto che una volta aveva anche chiamato i carabinieri. Le erano stati tolti telefono e auto, era stato modificato il suo giardino che lei amava tanto, le venivano dati pochissimi soldi, le sue conversazioni erano registrate. Grazie a questo controllo i tre avrebbero saputo che l’anziana era andata al centro antiviolenza, il 21 dicembre. In questo contesto sarebbe stato pianificato il delitto. Dalle intercettazioni, avviate la notte stessa dell’omicidio, emergevano gli accordi tra Arianna e il figlio per dimostrare che si era trattato di una rapina, per trovare testimoni che confermassero che Enea non era in casa, che assicurassero che Rosina stava bene in casa, che non aveva problemi e che le sue lamentele fossero solo dovute al suo carattere difficile. Non emergeva mai, nemmeno nelle interviste in televisione, una parola di dispiacere, di rammarico per la morte dell’anziana che di uno era la moglie, di un’altra la madre, del terzo la nonna. Invece i carabinieri del Reparto operativo avevano scoperto che l’anziana si era rivolta al centro antiviolenza, e che a tutti gli amici aveva ripetuto le stesse parole, purtroppo profetiche: "Se mi succede qualcosa, non cercate fuori casa i responsabili, cercateli in casa". Alla luce di questo materiale, l’accusa di omicidio premeditato e aggravato era stata mossa a tutti e tre gli imputati, insieme a quelle di maltrattamenti in famiglia, rapina, violenza privata.

p. p.