Semplice, ma toccante cerimonia religiosa domenica mattina – con la messa delle 9.30 – per la riapertura della chiesa di Santo Stefano (1682), appena un chilometro fuori le mura di Macerata, nota anche come "Cappuccini vecchi", di cui ha inglobato anche materiali ed opere. D’ora in avanti si torna a celebrare – dopo anni di chiusura post-terremoto e post Covid – ogni prima domenica del mese. Ha officiato il giovane parroco della Pace, il polacco Krysztof Pawel, che ha prestato servizio anche a Santa Croce anni fa. Il sacerdote è stato poi anche in Cina dal 2010 per circa otto anni. Dopo la messa i fedeli, guidati da don Krysztof, si sono diretti a piedi, in processione, scortati dalla polizia locale, a Fonte Maggiore, dove è stata benedetta una statuina della Madonna ricollocata poi dai vigili nella nicchia principale. Era caduta negli anni passati. Si è adoperata in tal senso anche Deborah Pantana, consigliera di parità della Provincia. L’apertura della chiesa e il posizionamento della Madonnina sulla parete frontale di Fonte Maggiore è stata salutata con gioia e soddisfazione da parte della comunità della contrada di Santo Stefano (già parrocchia). "Non vedevo l’ora che riaprisse – ci ha detto sorridente Floriana Sgariglia –, per noi che abitiamo qui da sempre è un legame religioso e storico forte". "Santo Stefano è un angolo di paradiso – ha commentato Pasquale Piccolo – ricco di storia e d’arte, qui sono approdati i Cappuccini nel 1544". La chiesa è riccamente decorata, ci sono anche tele di Marcello Gobbi, braccio destro del pittore fiorentino di fine Cinquecento Andrea Boscoli, le cui opere sono anche in Duomo, nella Pinacoteca di Palazzo Buonaccorsi, nel Duomo di Fermo, a Carassai e Fabriano.
Ennio Ercoli