Rifiuti agricoli: meno burocrazia per smaltirli nelle isole ecologiche

Rinnovato in Provincia il protocollo con le associazioni: punti di raccolta nei consorzi agrari e nei negozi di settore. Parcaroli: "Procedura innovativa, andrebbe estesa a tutta la regione"

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di Paola Pagnanelli

Pneumatici, vecchie batterie, oli esausti, ma anche rifiuti fitosanitari e veterinari: tutto potrà finire nelle apposite isole ecologiche istituite nei consorzi agrari e nei negozi specializzati in prodotti per l’agricoltura, grazie al protocollo rinnovato ieri mattina in Provincia. Lo hanno firmato il presidente Sandro Parcaroli e il dirigente del settore Gestione del territorio e Ambiente, Maurizio Scarpecci, con le associazioni di categoria, la Confederazione italiana agricoltori, l’Unione provinciale agricoltori, Coldiretti, Copagri, Apimai e l’Ordine provinciale dei veterinari. Macerata è da anni all’avanguardia in regione su questo tema, con la creazione di "circuiti organizzati - come ha detto Scarpecci -, con un regime amministrativo agevolato per i rifiuti di produzione agricola". "Lo scopo – ha aggiunto Katia Pesaresi, responsabile del servizio Rifiuti in Provincia – è di evitare condotte poco lecite. Il protocollo prevede un contratto di servizio e i documenti di conferimento. Per gli imprenditori, significa l’esonero dalla tenuta del registro di carico e scarico, dalle comunicazioni al Catasto, dagli adempimenti per il Fir e dall’iscrizione all’albo dei gestori ambientali. Sottoscrivendo il modulo, gli imprenditori agricoli con i propri mezzi possono portare i rifiuti ai punti di raccolta, che poi provvedono a smaltirli nei centri per il recupero o lo smaltimento. Per la prima volta, ora potranno aderire anche i contoterzisti". Il protocollo, che ha validità cinque anni, riguarda circa 8mila imprese. Nato nel 1999, oggi solo Macerata continua a usare questo strumento. "Ci faremo promotori attraverso l’Upi, per diffonderlo anche nelle altre quattro province marchigiane" ha detto il presidente della Provincia, Parcaroli. Il dialogo tra gli uffici e le associazioni di categoria è stato elogiato da Andrea Mozzoni, consigliere provinciale con delega all’ambiente. "Ma ora servirebbe un passo in più – ha aggiunto Orietta Leonori di Cerealmarche – e cioè informare gli organi di controllo di questo protocollo, che a volte non conoscono". Silvano Ramadori di Apimai ha invece sollevato il tema dei centri di raccolta, che all’inizio erano 24 e oggi sono rimasti una decina. Alla firma, ieri in provincia, erano presenti anche Monia Lombi per l’Ordine dei veterinari, Giordano Nasini di Coldiretti e Andrea Passacantando di Copagri. Con la firma del protocollo, gli enti si impegnano a costituire centri di conferimento gestiti da cooperative agricole, consorzi agrari, rivenditori privati di prodotti per l’agricoltura, cooperative di meccanizzazione agricola e di conduzione dei terreni, gestori del servizio pubblico, gestori di centri di stoccaggio di rifiuti autorizzati. I centri di conferimento possono essere fissi, per il deposito per categorie omogenee di rifiuti (per quelli pericolosi con accesso in orari stabiliti e dietro sorveglianza), oppure mobili con comunicazione obbligatoria, entro dicembre, di un calendario da inviare alle associazioni di categoria convenzionate ed all’ente locale competente, con luoghi e orari degli appuntamenti per le attività di raccolta previste per l’anno successivo.