Rifiuti prima in discarica, poi fuori provincia "Garantita la raccolta dell’indifferenziata"

Impianto fuori uso per un mese, ordinanza di Parcaroli: abbancamento temporaneo a Fosso Mabiglia, poi trattamento ad Ancona e Fermo

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di Lucia Gentili

"Garantiamo il ritiro del sacchetto giallo. Temporaneamente, finché non sarà sistemato il capannone, i rifiuti indifferenziati saranno portati alla discarica di Cingoli". Ieri mattina Giuseppe Pezzanesi, presidente del cda del Cosmari nonché sindaco di Tolentino, ha anticipato il contenuto dell’ordinanza firmata poco tempo dopo dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli. Questa permette all’azienda di località Piane di Chienti di garantire il proseguimento della raccolta dei rifiuti indifferenziati: il provvedimento prevede l’abbancamento temporaneo e in sicurezza dei "giallo" nella discarica di Fosso Mabiglia, prima del trasferimento e trattamento negli impianti adibiti di Ancona e Fermo. Una decisione presa in seguito all’incendio di venerdì notte, partito da un nastro trasportatore (fermo da qualche ora) dell’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati "Tmb" all’interno del primo capannone, di fianco alla palazzina uffici.

L’impianto antincendio è subito entrato in funzione; sul posto, oltre ai carabinieri, le squadre dei pompieri di Tolentino, Macerata e Civitanova, per un totale di dieci mezzi e diciotto uomini. L’allarme era scattato alle 22.40 e alle 23.50 il fuoco era spento. "Fino a martedì (oggi, ndr) – aveva detto il vicepresidente del cda e direttore generale del Cosmari Giuseppe Giampaoli – abbiamo una certa autonomia perché abbiamo pochi rifiuti sulla linea. Ma dobbiamo trovare presto una soluzione alternativa". E così è stato. "Nei prossimi giorni saranno firmati gli accordi interprovinciali che consentiranno al Cosmari di inviare l’indifferenziato abbancato provvisoriamente a Cingoli e quanto verrà successivamente raccolto nel Maceratese nelle strutture delle due province indicate – prosegue Parcaroli – per la durata del ripristino dell’impianto danneggiato. Il percorso si è reso necessario a seguito del rogo che ha causato il danneggiamento del capannone adibito al trattamento biologico meccanico della raccolta indifferenziata". In una nota inviata alla Provincia, infatti, Pezzanesi e Giampaoli hanno segnalato la necessità di ricorrere a questa strategia emergenziale per evitare disservizi alla cittadinanza, anche in considerazione delle festività pasquali, impegnandosi in tempi brevi al successivo trasferimento in base agli accordi interprovinciali che saranno raggiunti. Dopo aver recepito i pareri positivi di Arpam e Asur, il presidente Parcaroli ha firmato quindi l’ordinanza per l’abbancamento temporaneo dell’indifferenziato a Fosso Mabiglia. Il nodo del "giallo" sarebbe stato risolto così. "I danni nella struttura sono ancora in corso di quantificazione – precisa Pezzanesi –. Il quadro elettrico è stato ripristinato, ma per quanto riguarda il capannone, considerando che bisogna sistemare anche il solaio, ipotizziamo ci vorrà un mese. Quindi un mese di stop su questo fronte". A patto, però, di trovare impresa e materiali che in questo momento in edilizia scarseggiano.

Le fiamme avevano interessato l’area del nastro trasportatore, la copertura e una cabina dell’impianto elettrico, tanto che tutta la sede era rimasta per un po’ senza energia. Con lo scattare dell’antincendio, erano state gettate tonnellate d’acqua sulla vasca dei rifiuti. Fin dalle prime ore seguenti al rogo, il presidente Parcaroli si era attivato insieme al consigliere provinciale delegato all’ambiente Andrea Mozzoni, all’ufficio di competenza della Provincia, guidato dal dirigente Maurizio Scarpecci, e alla Polizia provinciale, con il comandante Attilio Sopranzetti, per rendere la soluzione praticabile in poco tempo, informando il Comune di Cingoli. Oggi dovrebbero arrivare i primi esiti delle analisi Arpam sulle polveri, mentre ci vorrà più tempo per le altre sostanze.