Rigopiano, slitta l’udienza "Per i familiari è straziante"

La valanga che travolse l’hotel provocò 29 morti, l’appello dei parenti: "Chiediamo giustizia e tempi certi per il processo. Temiamo la prescrizione"

Migration

"Chiediamo giustizia". E’ l’appello di parenti e amici delle vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) – travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provocò 29 morti – in seguito al nuovo rinvio dell’udienza. Uno slittamento legato al deposito della perizia dei quattro consulenti nominati dal giudice del tribunale di Pescara per fare chiarezza sulle cause del disastro. La scadenza per il deposito della perizia era prevista per il 12 maggio, ma i quattro esperti hanno chiesto e ottenuto un’ulteriore proroga di 60 giorni. Il termine slitta quindi al 12 luglio e il gup ha fissato nuova udienza al 26 ottobre. Quindi la consegna della perizia finale slitta a luglio per finire in aula ad ottobre. Entro la fine dell’anno dovrebbe dunque arrivare il verdetto di primo grado. Il procedimento giudiziario conta in totale 30 imputati (29 persone e una società), che saranno giudicati con il rito abbreviato. Amareggiati i parenti delle vittime. Tra questi, Paola Ferretti, mamma del 31enne di Pioraco Emanuele Bonifazi, morto sul lavoro durante la tragedia. Sei mesi di ulteriore attesa.

"Sono passati ormai tre anni dalla prima udienza e ancora non vediamo uno spiraglio di luce in fondo a un percorso giudiziario per noi familiari straziante – scrive il comitato ’Rigopiano, in attesa del Fiore’, composto da parenti e amici dei deceduti –. Nel corso di questi anni è accaduto di tutto, emergenza sanitaria, vari scioperi degli avvocati, formalità processuali. Ogni rinvio è un ulteriore colpo inferto a noi familiari. Dobbiamo essere fiduciosi nell’operato della magistratura e proprio questa nostra fiducia ci porta a chiedere a gran voce tempi più rapidi per il processo. Questi lunghi tempi poi aumentano il terrore della prescrizione. Chiediamo dunque tempi certi e celeri per la conclusione del processo, per i nostri cari, per noi e per la giustizia".

Lucia Gentili