"Rincari in bolletta e Covid Ma si lavora, non molliamo"

I tatuatori stringono i denti: "Aumentate le materie prime. Giusto l’uso del Green pass"

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di Lucia Gentili

Non mollano i tatuatori, malgrado i rincari in bolletta, l’aumento dei costi delle materie prime, gli appuntamenti che slittano a data da destinarsi per positivi e quarantene e l’entrata in vigore, a inizio anno, di un regolamento dell’Unione europea che ha introdotto nuovi obblighi per gli inchiostri regolamentando la composizione chimica dei colori. Inoltre da giovedì 20 gennaio è diventato obbligatorio mostrare il Green pass base in ogni studio professionale per poter eseguire tatuaggi e piercing. "In realtà io lo chiedevo anche prima", esordisce la 24enne Elena Costantini, che lo scorso ottobre ha realizzato il suo sogno inaugurando lo Studio "Blind Tiger Tattoo", nel rione Pollenza Scalo, investendo sul territorio malgrado il periodo delicato. "Sarà l’euforia iniziale – prosegue –, ma ce la metto tutta, sto h24 sui disegni. Per adesso non mi lamento, abbiamo richieste, c’è movimento: sì, è vero che ogni tanto salta qualche appuntamento a causa del Covid, ma sto aprendo l’agenda per marzo e aprile, perché per febbraio (salvo imprevisti) è andata bene. Chiedevo il certificato verde da prima, per una questione personale, perché basta poco per essere costretti a chiudere una settimana. Ci sono persone non vaccinate, ma almeno c’è il tampone". Segnala però che i costi della luce sono raddoppiati, in base alla bolletta. Ha aperto la sua attività tre anni fa, "Sheila Rewind Tattoo" a Corridonia, Sheila Frattari. Quindi anche lei ha vissuto in pieno la pandemia. "Si lavora, ma non benissimo – spiega –, comunque l’atmosfera è diversa dal pre-Covid. Non molliamo, ma questo per il nostro settore dovrebbe essere il periodo migliore, in vista dell’estate; il tatuaggio non è qualcosa di primario per cui la gente temporeggia, rinvia a data da destinarsi a causa di quarantene e contagi. Le spese fisse sono tante, gli aiuti pochi e il prezzo dei colori è quasi raddoppiato (oltre ai rincari in bolletta). Senza considerare che, essendo arrivata all’improvviso la nuova normativa, siamo stati costretti a buttare i colori, seppur comprati di recente". "Il nostro settore rispettava i protocolli igienico-sanitari da prima del Covid – conclude Matteo Forti, in arte "Zat", di "Ossidiana Tattoo Studio" a Colmurano (il giovedì va a lavorare a Civitanova) –, con l’attrezzatura sempre sterilizzata. Quindi non è cambiato molto a livello lavorativo. Sinceramente non aveva molto senso la linea Green pass al ristorante sì e da noi no. Sarebbe stato più logico tutti o nessuno fin da subito. Noi comunque siamo vaccinati e ci sottoponiamo regolarmente al tampone. I costi dei materiali sono raddoppiati, ma non vogliamo aumentare i prezzi".