"Risalite meccanizzate a Elcito, bisogna preservare il territorio ed evitare un progetto vecchio"

"Si ritorna a parlare di risalite meccanizzate a Elcito di San Severino. Concordo con chi sostiene che le stesse possano avere maggiore successo in castelli come Carpignano o Pitino. Ma non si tratta solo preservare la nostra Shangri-La, Elcito (il Tibet delle Marche, ndr). Un posto incontaminato, che piace perché è intatto. Il concetto è di ordine politico. È infatti incredibile che una autoproclamata politica del cambiamento proponga, per paradosso, un progetto di quasi quarant’anni fa, peraltro incompleto perché carente della pista per lo sci d’erba. Ancora di più, tuttavia, colpisce il metodo decisionista, come avvenuto ad esempio con il chiosco dei giardini pubblici. Non è la moda che deve prevalere, bensì l’interesse del paese e la cura concreta degli interessi pubblici.

Perché se ai giardini si vuol fare un mega chiosco, purtroppo le visioni di grandezza cozzano con la concretezza delle cose. E quest’estate, di fatto, si è tolto ai giovani e alla cittadinanza un luogo di aggregazione. Frequento, per lavoro, Ancona, dove tutti mi dicono della bellezza di Elcito perché è un luogo incontaminato. Se cominciamo a costruire impianti di risalita, cominciamo a far diventare anche Elcito un parco divertimenti, credete che la gente verrà più? Oltretutto, bisogna rilevare che il borgo, in più punti, presenta dei crolli.

Questi necessitano di un intervento urgente perché l’usura non provochi altri danni. Per la stessa caratteristica dei luoghi che sono apprezzati da tutti e che possono portare visitatori, non si abbia a riferimento né il voler colmare le lacune della Prima Repubblica. Non si abbia a riferimento il decisionismo. Si abbia invece dentro di sé il paese, per capirne le sue caratteristiche.

E forse si potranno anche capire le funzionalità e le caratteristiche di bandi europei".

Lettera di Michele Vissani