
Dalle attuali sette gestioni industriali (Astea, Acquambiente, Apm, Atac, Assm, Assem e Valle Varanensi) e quattro in economia (i Comuni...
Dalle attuali sette gestioni industriali (Astea, Acquambiente, Apm, Atac, Assm, Assem e Valle Varanensi) e quattro in economia (i Comuni di Bolognola, Poggio San Vicino, Sefro e Ussita), si passerà a un gestore unico, che dovrà affrontare e risolvere le attuali criticità con investimenti previsti per 974 milioni di euro (94 euro per abitante l’anno), con un prevedibile impatto sulle tariffe. Un’azione imponente da attuare tenendo conto del fatto che "negli ultimi sessanta anni le precipitazioni totali annue nel territorio dell’Ato3 hanno avuto un trend leggermente decrescente, mentre sono aumentate le temperature. Tali fattori hanno condotto a un andamento decrescente della risorsa potenzialmente disponibile". Sono queste le linee portanti del Piano d’ambito provvisorio del servizio idrico integrato, riferito al periodo 2025-2050, che domani sarà sottoposto all’assemblea dell’Ato3.
Le portate medie prelevate dal sistema risultano complessivamente di circa 1.800 litri al secondo, di cui circa 780 da sorgenti e pozzi e circa 260 dalle captazioni da laghi. Le principali fonti, in termini di portata media prelevata, sono l’invaso di Castreccioni (portata media 230 litri al secondo), la sorgente San Chiodo (portata media 170 litri al secondo) che rappresenta la fonte di approvvigionamento dell’Acquedotto del Nera e il campo pozzi di via Lelli a Civitanova (portata media 160 litri al secondo). Si tratta di acqua per lo più di buona qualità, specie nelle aree montane, che peggiora in prossimità della fascia costiera, dove più alto è l’impatto delle attività antropiche.
Nel territorio dell’Ato 3 ci sono 15 impianti di trattamento. Le criticità maggiori? Le perdite in rete, mediamente superiori al 30%, ma in alcune aree anche sopra al 50%, rete in più parti da adeguare o rinnovare.
Franco Veroli