Risparmio delle risorse idriche. Macerata tra le province virtuose

La provincia di Macerata si distingue per la gestione efficiente delle risorse idriche, con solo il 13,9% di dispersione, posizionandosi al settimo posto in Italia. Le perdite idriche variano notevolmente tra le diverse città, influenzate da fattori come rotture nelle condotte e usi non autorizzati. I dati, forniti dall'Ufficio studi della Cgia, evidenziano che l'Italia perde circa il 42% dell'acqua immessa nella rete, con un consumo totale di 40 miliardi di metri cubi all'anno, di cui il 41% destinato all'agricoltura.

Risparmio delle risorse idriche. Macerata tra le province virtuose

In Italia ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente poco meno di 58 gli altri si perdono lungo la rete idrica

La provincia di Macerata è una tra le più "virtuose" in Italia per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche. Secondo i dati diffusi dalla Cgia emerge infatti che dei 192 litri pro capite immessi ogni giorno nella rete ’solo’ 27 litri pro capite al giorno vengono dispersi. Un dato che genera un’incidenza percentuale del 13,9% che pone la provincia maceratese al settimo posto in Italia preceduta proprio da Milano. In Italia ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente poco meno di 58; gli altri 42 (pari a un valore assoluto di 3,4 miliardi di metri cubi) si perdono lungo la rete idrica che in molte parti del Paese è datata e in cattivo stato di salute. Le differenze a livello territoriale sono evidentissime. Se nel Comune di Potenza non arriva nei rubinetti delle abitazioni il 71 per cento di quanto immesso in rete, a Chieti si tocca il 70,4 per cento, a L’Aquila il 68,9 per cento a Latina il 67,7 per cento e a Cosenza il 66,5 per cento. Per contro a Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4 per cento, a Pordenone il 12,1 per cento a Monza l’11 per cento, a Pavia il 9,4 per cento e a Como, la città più virtuosa d’Italia, il 9,2 per cento Va detto che, in linea di massima, la dispersione è riconducibile a più fattori: alle rotture presenti nelle condotte, all’età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati (allacci abusivi). I dati sono stati riportati dall’Ufficio studi della Cgia. I nostri consumi idrici totali ammontano a 40 miliardi di metri cubi all’anno. Di questi, il 41 per cento è in capo all’agricoltura (16,4 miliardi di metri cubi), il 24 per cento viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di metri cubi), il 20 per cento per l’industria (8 miliardi di metri cubi) e il 15 per cento per produrre l’energia elettrica (6 miliardi di metri cubi).

Vittorio Bellagamba