Rissa alla Ternana: confermata la condanna

Mauro Raschia, nel tentativo di dividere due gruppi durante una rissa, prese una bottigliata in testa e restò 40 giorni in rianimazione

Rissa alla Ternana: confermata la condanna

Rissa alla Ternana: confermata la condanna

di Paola Pagnanelli

Condanna confermata per la rissa alla Ternana. Ma il barista aggredito, Mauro Raschia, all’epoca 25enne, non ha ancora avuto alcun risarcimento per i gravi danni subiti nel pestaggio. Nei giorni scorsi la Corte di appello ha confermato la sentenza emessa in primo grado contro l’abruzzese Daniele Saccia, per l’episodio avvenuto la notte del 25 giugno 2014. Quella sera, nel locale di Civitanova si incontrarono due gruppi, uno di abruzzesi e l’altro della provincia di Macerata. Tutti un po’ su di giri, anche a causa dell’alcol, i giovani iniziarono a fronteggiarsi, provocarsi e alla fine scoppiò una rissa. Mauro Raschia, che era al lavoro dietro al bancone, mentre volavano pugni, sedie e tavolini, provò a mettersi in mezzo per fermare gli scontri, ma fu colpito con una forte bottigliata in testa. Portato all’ospedale, rimase per 40 giorni rianimazione, tenuto in coma farmacologico nella speranza che migliorasse. Piano piano, riuscì a riprendersi da quella botta, per la quale comunque ha avuto 25 punti di invalidità e in ricordo una serie di fastidi che sconta tuttora. La polizia, intanto, aveva avviato le indagini e individuato le due bande: da un lato gli abruzzesi Daniele Saccia, Giorgio Gualà e Guerino Di Giorgio, dall’altro Viron Gjini, Munir El Haiti e il moldavo Verzhyniu Sturza, residenti a Macerata a Corridonia. Quasi tutti gli imputati patteggiarono subito una pena di un anno e mezzo per la rissa. Saccia, dopo numerosi rinvii dell’udienza con la promessa di risarcire il ferito, alla fine era stato processato con il rito ordinario per le accuse di rissa aggravata, danneggiamenti e lesioni. In primo grado, per i tre reati il giudice Andrea Belli lo aveva condannato a tre anni e nove mesi di reclusione, e a una provvisionale di 25mila euro per Raschia, in attesa di definire in sede civile il risarcimento dovuto. Saccia ha allora presentato appello. Ma la corte di Ancona, pur dovendo rilevare la prescrizione dei reati di rissa e danneggiamenti, lo ha condannato comunque a tre anni per le lesioni, confermando anche la provvisionale. Una bella soddisfazione per Raschia, parte civile con l’avvocato Maurizio Vallasciani. Il barista civitanovese ha voluto ringraziare i giudici dell’appello, per aver definito rapidamente la questione. Ma resta ancora in sospeso la questione risarcimento. L’avvocato Vallasciani ha ottenuto il sequestro conservativo di un immobile a Giulianova intestato a Saccia, che nel frattempo è finito agli arresti domiciliari per altri motivi; ma per Raschia al momento c’è il rammarico di non aver avuto nulla di quello che gli spetta per la violenta aggressione subita.