
"Per noi è importante dare la possibilità ai possessori delle seconde case di tornare a vivere in questi luoghi, rilanciare l’economia, considerato che il nostro territorio vive prevalentemente di turismo". A parlare è il vicesindaco di Fiastra Claudio Castelletti, che aggiunge: "Agevolare il ritorno in questi luoghi garantisce alla popolazione non residente di proseguire l’"abitudine" a frequentare i nostri territori e al tempo stesso non favorisce lo spopolamento". Diversi sono i pensionati che vogliono passare la terza età in questi luoghi del cuore, a cui sono legati per radici e famiglia. Vivono in Sae ormai da un po’. "Io e mia moglie siamo nati a Fiastra – esordisce Marino Mici, 75 anni, con la sua dolce metà, Barbara Ciccotti, 72 –. Ci siamo allontanati dal paese negli anni Settanta, trasferendoci a Macerata per motivi di lavoro, ma abbiamo sempre tenuto la seconda casa a Fiastra, dove tornavamo molto spesso; con le scosse è diventata inagibile ed è in fase di ristrutturazione. Appena abbiamo saputo della possibilità di riassegnare le Sae abbiamo fatto domanda, anche per seguire i lavori da vicino. Appena saranno terminati lasceremo la casetta, per permettere a chi aspetta di entrare. Questa Sae (40 metri quadri, per 43 euro al mese) ci ha ridato vita: qui le giornate passano in modo più tranquillo, c’è aria buona, si conoscono tutti, si respira aria vera di comunità". La coppia trascorre metà tempo a Macerata e metà a Fiastra. Il dottore in pensione Paolo Staffolani, 77 anni, ha iniziato a lavorare come medico condotto proprio a Fiastra. Lui e sua moglie, Anna Rita Moriconi, 70 anni, hanno la prima casa a Civitanova, ma appena possono, soprattutto nei weekend, in estate e nei festivi, corrono nella casetta di Fiastra. I lavori della seconda casa, qui in paese, dovrebbero iniziare a breve. "Per me che amo leggere e camminare, Fiastra è l’ideale", dice il dottore. La scorsa estate si è messo a disposizione per una serie di incontri con la cittadinanza: nelle stanze del Comune, ha parlato di epidemie, prevenzione dei tumori e Carlo Urbani. Poi c’è Patrizia Boncagni, 62enne con la prima casa a Roma (dove lavora), ma originaria di Fiastra, dove vivono i genitori e le sorelle. È sempre tornata in paese. "Quando tornavo a trovare mamma e papà (anche loro in una Sae di quaranta metri) io e mio marito – racconta – dovevamo appoggiarci dalle mie sorelle. Appena è stato possibile, ho fatto domanda per una Sae. Per la casa terremotata è iniziata la ristrutturazione, ma credo ci vorranno almeno due anni per completarla. Pure figli e nipoti amano questo posto e in estate raggiungono Fiastra".
l. g.