Rivivono le imprese del Settebello con Campagna e Ratko Rudic

L’allenatore azzurro: "Cerco di restare sereno, i giocatori sono legati al mio stato d’animo"

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"Rudic? È uno di quegli allenatori che ti segna e insegna: la dimostrazione è data dai suoi ex giocatori adesso diventati tecnici". Alessandro "Sandro" Campagna, commissario tecnico del Settebello, parla dell’ex ct azzurro Radko Rudic: oggi i due saranno insieme per Overtime alle 19 in piazza Battisti nell’incontro moderato dal giornalista Gerardo De Vivo per parlare di "7Bello. La costruzione di una grande squadra", ci sarà anche Fausto Aitelli (pres Fin Marche). "Non si discute – aggiunge Campagna – il valore di Rudic come allenatore, ha vinto quattro Olimpiadi e non ricordo quanti Mondiali".

Campagna, allenatori si nasce o si diventa?

"Ci deve essere una predisposizione. Io l’ho sentita nella pancia negli ultimi anni da giocatore. Poi occorre avere l’umiltà di smettere i panni da giocatore per avere uno sguardo più ampio, senza avere quell’egocentrismo da atleta che non ti fa vedere alcuni aspetti".

Lei è stato un grande pallanuotista, come fa a rimanere sereno quando vede un suo giocatore sbagliare un passaggio o un’apertura quando per lei era normale fare la scelta giusta?

"Qualche volta mi arrabbio comunque, però mi sono reso conto che i miei giocatori sono molto legati al mio stato d’animo, se ne impossessano diventando il loro".

Qual è stata la più grande soddisfazione da giocatore?

"L’oro alle Olimpiadi di Barcellona".

In quale occasione ha detto, magari tra sé, aveva ragione quando l’allenatore mi riprendeva?

"Lo capisci sempre dopo, quando hai a che fare con altre persone. L’allenatore deve sapere insegnare, dire determinate cose, saper fare apprendere più velocemente possibile. La spiegazione deve essere analitica, chiara, diretta. Poi è inutile arrabbiarsi, se un giocatore commette un errore è perché non ha capito".

Non si giudica un giocatore da un rigore, però quanto pesava il pallone del penalty nella semifinale delle Olimpiadi di Barcellona contro la Russia?

"Non solo, avevo di fronte il portiere che in un’altra occasione mi aveva parato il rigore. Ho impiegato 10-13 secondi ad andare sulla palla quando Rudic mi ha incaricato di battere quel rigore, in quel frangente ho pensato dove avrei tirato. Una volta deciso, non si cambia all’ultimo istante perché l’errore è dietro l’angolo".

Durante una partita cosa succede sott’acqua?

"Tante cose e devi avere la capacità di tollerare il fallo e di saperti controllare, altrimenti metti in difficoltà la squadra".

Lorenzo Monachesi