"Rivogliamo il carabiniere di quartiere"

I commercianti di viale Don Bosco chiedono più controlli: ci troviamo tra il centro e la stazione, è un via vai continuo

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di Chiara Gabrielli

"Rivogliamo il carabiniere di quartiere, serve un presidio fisso, una presenza costante delle forze dell’ordine nella zona. L’altra sera è stato uno choc vedere Mauro (Romualdi, il titolare del Compro oro, ndr) ridotto così, piegato in due a terra, non riusciva a vedere nulla. Tanta vicinanza a lui adesso, ma anche la richiesta di più controlli, una vigilanza costante è fondamentale per questa zona". C’è ancora paura in viale Don Bosco, dove martedì, nel tardo pomeriggio, un rapinatore ha fatto irruzione nei locali di Re Mida: il proprietario, dopo quattro minuti di lotta con l’aggressore, tra calci, cazzotti e spray urticante spruzzato negli occhi, è riuscito a chiuderlo dentro il negozio e così il 20enne è stato arrestato dalla polizia. Ma il senso di insicurezza resta forte tra i commercianti della zona, che chiedono più controlli. Tra questi anche Luciana dello storico negozio di abbigliamento Romozzi, che aprì i battenti alla fine degli anni Sessanta e si trova a due passi dal locale rapinato: "Qui c’è un via vai continuo, è il viale che collega la stazione dei treni con il centro storico, per forza passa tanta gente. Quello che è capitato a Mauro potrebbe capitare a tutti, serve una presenza costante delle forze dell’ordine, non solo di giorno ma anche in orario notturno. Già la situazione è difficile, per le bollette, triplicate, e tanti sono i timori per il futuro, almeno vorremmo stare tranquilli". "Certo che ci vorrebbero più controlli, qui si vedono solo i vigili per fare le multe – spiega Massimo Carbonelli, della pizzeria 4 Stagioni in viale Don Bosco -. Vediamo tanti disagi, dalla tossicodipendenza all’alcolismo, e in questa zona non manca nemmeno lo spaccio di droga. In diversi chiedono l’elemosina. Saremmo contenti di vedere più divise in giro. Portare avanti l’attività è complicato, la bolletta è passata da 440 a 1.600 euro al mese, è dura così. Un po’ di sicurezza in più non ci farebbe male". "C’è un problema a livello nazionale – commenta Leonardo Leonardi, il parrucchiere di via Dante Alighieri (all’angolo con viale Don Bosco) -, la questione sicurezza non è mai stata veramente affrontata. Da una parte abbiamo l’apertura delle frontiere senza alcun tipo di controllo, con la conseguenza che molti non hanno nemmeno un lavoro oppure non conoscono la nostra cultura. Poi, in questo quartiere prima ci si conosceva tutti, adesso ci sono tanti volti nuovi e tutte le sere a ogni angolo si vedono facce losche. Noi commercianti siamo alla mercé di questa situazione. Io vivo la stessa paura di Mauro, e devo dire che se ti capita una cosa del genere ti viene voglia di chiudere. Tanta solidarietà a Mauro, naturalmente, ma vanno presi provvedimenti. Ho cercato di fare il possibile, mettendo un’illuminazione più potente qui fuori dall’attività – spiega Leonardi -. Ma ci sentiamo abbandonati, la zona è un po’ lasciata a se stessa, c’è anche chi si è accampato nel palazzo ex Inam, in disuso da tanto tempo". "Ci sono spesso atti vandalici nella zona – spiega Marco Petracci della farmacia in viale Don Bosco -, anche qualche tentato furto dentro le auto parcheggiate lì intorno, negli ultimi mesi si sono verificati episodi di danni gratuiti. Si vedono anche situazioni di tossicodipendenza. È chiaro che ci vorrebbero più forze dell’ordine in giro, ma se la disponibilità non c’è, cosa possiamo fare? C’è anche un problema a livello di sistema della giustizia, chi viene arrestato spesso poco dopo è già libero in giro. Per quanto mi riguarda, ho messo le telecamere, più di tanto non si può fare però".