Rogo Rimel, l’Area Vasta rassicura Ma Parcaroli firma un’altra ordinanza

Diossine nell’aria, secondo la direttrice Corsi non ci sono problemi per la sicurezza degli alimenti. Il Comune però rinnova per la frazione di Sforzacosta il divieto di consumare ortaggi a foglia larga

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di Franco Veroli

L’Area Vasta 3 rassicura, ma il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, in una logica di prudenza, usa ancora cautela. Il monitoraggio sulle matrici vegetali a più alto rischio di contaminazione (ortaggi a foglia larga quali insalata e scarola) effettuato sui campioni prelevati in cinque aree diverse circostanti la Rimel, l’azienda dove nella notte tra il 5 e 6 dicembre si è sviluppato un incendio, hanno dato esito favorevole. Dal punto di vista della sicurezza alimentare dunque, non c’è nessun problema: gli ortaggi e le verdure possono essere utilizzati. Sono state effettuate le ricerche di metalli pesanti, Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), Diossine, Policlorobifenili (Pcb) e Furani: in tutti i casi i valori rilevati sono, come si dice in gergo, sotto soglia, cioè non superano i limiti di legge. "È comunque opportuno ricordare a tutti le buone pratiche domestiche nel consumo degli ortaggi e verdure, previo accurato lavaggio con acqua potabile", evidenzia Daniela Corsi, sub commissario straordinario all’Area Vasta 3, specificando che "l’esito favorevole del monitoraggio è stato comunicato a tutte le competenti istituzioni".

Il sindaco di Macerata, tuttavia, proprio ieri ha emanato una nuova ordinanza con la quale ha ritenuto di dover "rinnovare l’adozione di misure cautelari a salvaguardia della popolazione". E, dunque, fino ad ulteriore disposizione e limitatamente al territorio della frazione Sforzacosta è vietato il consumo di ortaggi a foglia larga e foraggi raccolti nell’area individuata, e c’è l’obbligo di ricoverare al chiuso gli animali da cortile. Il primo cittadino fa esplicito riferimento alla nota dell’Arpam di giovedì in cui si afferma che "la qualità dell’aria riscontrata nelle ore immediatamente successive all’incendio ha subito importanti ripercussioni per l’emissione di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e di diossine e furani in seguito alla combustione di materiali e rifiuti presenti nello stabilimento".

Ciò sottintende superamenti dei limiti, anche perché "le condizioni meteoclimatiche non sono state favorevoli alla diffusione dei fumi verso gli strati alti della troposfera e di conseguenza hanno ostacolato la diluizione delle sostanze inquinanti prodotte nell’incendio". È stata forse l’espressione "importanti ripercussioni", sia pure riferita alle ore immediatamente successive all’incendio e, dunque, di massima concentrazione degli inquinanti (che con il passar del tempo si riduce), ad indurre Parcaroli a mantenere un atteggiamento prudente, anche se gli uffici dell’Asur nella nota inviata ieri hanno chiarito ai sindaci che le ordinanze emesse nei giorni scorsi potevano essere revocate.