Rosina Carsetti processo, i testimoni: "Si lamentava di continuo"

Omicidio di Montecassiano: ascoltati i primi sette testi proposti dagli avvocati difensori per cercare di delineare un profilo negativo della vittima

Enrico Orazi è uno dei tre imputati per la morte della moglie Rosina Carsetti

Enrico Orazi è uno dei tre imputati per la morte della moglie Rosina Carsetti

Macerata, 14 ottobre 2022 - Sette testimoni per difendere Enrico Orazi, la figlia Arianna Orazi e il figlio di lei Enea Simonetti, accusati di aver ucciso la 78enne Rosina Carsetti, rispettivamente moglie, madre e nonna degli imputati, il 24 dicembre del 2020. Amici, professionisti e artigiani sono stati chiamati dagli avvocati difensori Valentina Romagnoli, Barbara Vecchioli e Olindo Dionisi. Roberta Chiacchiera, ristoratrice di Montecassiano, ha riferito che Rosina andava spesso nel locale, "era loquace, parlava di sé. Si lamentava, si sentiva trascurata. La cosa era fastidiosa: al ristorante vengono persone che lavorano per pranzi veloci, e lei chiacchierava. L’avevamo ripresa per questo, e perché voleva mettersi dove diceva lei. L’ho dovuta allontanare. Era una persona particolare".

A domanda del pm Vincenzo Carusi, la testimone non ha saputo indicare i nomi di altri presenti quando Rosina era stata invitata a non andare più, a parte una persona oggi defunta. Il maceratese Primo Castelli ha invece riferito di un incidente avuto con l’anziana il 14 febbraio 2020. "A Valle Cascia, lei ha invaso la mia corsia. Gli specchietti si sono colpiti. Lei ha accostato e ha chiamato i parenti. Mi hanno detto che avevano una ditta di ricambi e di andare in una carrozzeria di via Roma, e così ho fatto".

In quella occasione, l’anziana non era sembrata confusa o ubriaca. È stata quindi la volta del dottore Roberto Ranieri, il quale ha parlato dell’ipertensione di Rosina, della sua osteoporosi, e poi delle difficoltà nell’addormentarsi che aveva avuto dopo il terremoto. L’anziana aveva preso alcuni prodotti naturali, e per un breve periodo lo Xanax. L’idraulico Lorenzo Marcolini ha parlato dei lavori fatti per la famiglia. "Anche a luglio 2020 ho lavorato a Montecassiano. Parlavo sempre con Rosina. Era tranquilla. I lavori erano concordati con tutti i familiari. Non mi sembra ci fosse stato alcun problema con la caldaia".

Molto turbato invece il cingolano Vittorio Fabi: "Sono il migliore amico di Enea" ha premesso il ragazzo, emozionato nel testimoniare in questo processo. Fabi era in contatto ogni giorno con Enea, ed era stato nella villetta di Montecassiano anche per dare una mano, quando poteva, per i piccoli lavori in giardino. Non sapeva nulla di screzi tra loro. Il commercialista Stefano Fata ha descritto le difficoltà della società di Orazi, che agli inizi era molto fiorente e invece poi, soprattutto con la pandemia, era fallita. Infine la direttrice del carcere di Pesaro Armanda Rossi all’avvocato Dionisi ha spiegato che un’altra detenuta, Emanuela Baldassini, aveva avuto segnalazioni disciplinari all’epoca, Arianna Orazi invece aveva solo manifestato difficoltà a inserirsi. Baldassini e Orazi, prima molto unite, poi erano andate in contrasto, tanto che in carcere si erano create due fazioni, capeggiate dalle due. Era stato necessario trasferirle.