Rosina, cominciate le analisi del Ris Negato il dissequestro della villetta

Sotto la lente i cavi degli aspirapolvere, un maglione e il materiale trovato sotto le unghie della vittima. L’avvocato difensore Netti: "Su alcuni oggetti abbiamo sollevato delle eccezioni di inutilizzabilità"

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Un sopralluogo nella villetta di Montecassiano dove è stata uccisa Rosina Carsetti (foto Pierpaolo Calavita)

di Paola Pagnanelli

Sono iniziate ieri a Roma le analisi sui reperti sequestrati nella villetta di via Pertini a Montecassiano, dove il 24 dicembre è stata uccisa la 78enne Rosina Carsetti. Ma la difesa, per i familiari dell’anziana indagata, ha sollevato delle eccezioni contestando alcuni dei reperti. Le analisi scientifiche del reparto specializzato dei carabinieri riguardano i due cavi degli aspirapolvere che sarebbero stati usati per legare Arianna e il padre Enrico Orazi, i due calzini che sarebbero stati messi in bocca a padre e figlia, carta sterile strofinata sul collo e sul viso della vittima dai carabinieri per raccogliere eventuali tracce di materiale genetico, il maglione della vittima. Poi un accendino usa e getta trovato sotto al corpo di Rosina, le banconote che erano nella borsa di Arianna e, infine, il materiale prelevato sotto alle unghie della 78enne, per vedere se sia difesa con le mani nel corso di una colluttazione.

"Su alcuni di questi reperti abbiamo sollevato delle eccezioni di inutilizzabilità – ha detto ieri l’avvocato Andrea Netti, che con la collega Valentina Romagnoli difende Enrico ed Arianna Orazi e il figlio di quest’ultima, Enea Simonetti –. Non posso dire di più per ragioni difensive". Oggi il Ris invierà una relazione al procuratore capo Giovanni Giorgio, che poi valuterà come procedere in merito a queste contestazioni. Intanto le analisi sono comunque iniziate. Ieri, dalle 10 alle 14, i militari hanno esaminato i vari reperti sequestrati descrivendo il loro aspetto esteriore e le modalità di conservazione. Le analisi tecniche e scientifiche non avverranno invece alla presenza dei difensori, per evitare contaminazioni, ma potrà partecipare la professoressa della Sapienza di Roma, Anna D’Ambrosio, genetista nominata consulente per la difesa dei tre indagati.

La famiglia Orazi intanto ha anche chiesto alla procura il dissequestro della villetta. Da settimane tutti e tre vivono in casa del fratello di Arianna, a Corridonia, ma vorrebbero tornare a casa loro. La procura però non ha ritenuto possibile dissequestrare la casa, anche perché i carabinieri del Ris potrebbero avere bisogno di altri accertamenti sul posto, e la scena del crimine deve ancora essere preservata. La difesa non farà ricorso, per ora, visto che gli accertamenti potrebbero anche andare a sostegno della tesi sostenuta dai familiari, e cioè che si sia trattato di una rapina finita con un tragico delitto. Una versione che non ha mai convinto carabinieri e procura, infatti marito, figlia e nipote della vittima sono indagati per omicidio, favoreggiamento, simulazione di reato e maltrattamenti in famiglia. Purtroppo, non ci sono telecamere che possano aver filmato la via o la villetta nelle ore in cui la povera Rosina veniva uccisa.