Rsa, l’incubo non ha fine: "Non ci pagano gli stipendi"

I dipendenti della cooperativa "Il Corso" tornano a lamentare la situazione. Avrebbero ricevuto l’ultimo versamento a marzo e il personale se ne sta andando

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di Asterio Tubaldi

Come un incubo che non ha mai fine, i dipendenti della cooperativa "Il Corso", che gestisce la Rsa di via XX Settembre, a Recanati, lamentano ancora una volta ritardi nella riscossione degli stipendi. È una storia che non si è mai normalizzata, malgrado gli incontri e le tante promesse. Siamo al 22 luglio e l’ultima paga risale al periodo aprilemaggio, quindi tre mesi di ritardo rispetto al contratto di lavoro che prevede il pagamento dello stipendio entro il giorno 20 del mese successivo di competenza. L’ultimo stipendio pagato, infatti, sarebbe relativo al mese di marzo. Una situazione difficile che si riflette anche da tempo sulla carenza di personale, soprattutto infermieri, dovuto alle fughe di alcune figure professionali proprio a causa di questo stato di precarietà, tanto che l’Asur avrebbe mandato dei rinforzi ad affiancare il personale in servizio. Una situazione alquanto delicata perché con la progressiva copertura del servizio da parte del personale pubblico si rischia la chiusura del rapporto con la cooperativa con il conseguente licenziamento del personale di quest’ultima. I sindacati Cisl e Cgil hanno scritto l’ennesimo sollecito all’Asur anche se sono consapevoli che la colpa dei ritardi nel pagamento degli stipendi non sarebbe neppure addebitabile al mancato pagamento da parte dell’Asur delle fatture della cooperativa per il servizio svolto perché è quest’ultima che non avrebbe fornito la tutta necessaria documentazione. Non è la prima volta, infatti, ci dice Laura Raccosta della Cisl, che l’Asur abbia sollecitato l’invio di dati per poter pagare la fattura. Situazione diversa alla Srr, la struttura sanitaria residenziale e riabilitativa posta all’interno dell’ospedale, nei locali dell’ex pediatria, che assiste soggetti psichiatrici. Qui, dal primo maggio, dopo la decisone di non prorogare oltre il servizio alla vecchia coop il cui appalto era scaduto da tempo, la gestione è stata assunta direttamente dall’Area Vasta 3 con proprio personale. Decisione determinata dal malumore del personale per il ripetersi, anche qui, di problemi cronici dovuti al ritardo del pagamento di stipendi e carenza di personale. La scelta dell’Av3 ha comportato il licenziamento di tutti i dipendenti della cooperativa che sono stati messi in cassa integrazione. Alcuni di loro, per fortuna, nel frattempo, avrebbero trovato impiego in altre strutture.