È stata traslata ieri dalla basilica della Mater Misericordiae alla cattedrale di San Giovanni di Macerata l’urna contenente il corpo di San Vincenzo Strambi, a duecento anni dalla morte. Nella sua omelia, il vescovo Nazzareno Marconi ha ricordato "i passi salienti della vita avventurosa ed esemplare del nostro santo vescovo". Nato a Civitavecchia nel 1745, entrò nella Congregazione dei Passionisti, svolgendo un’intensa attività missionaria, soprattutto rivolta al popolo povero dei territori interni dello Stato pontificio. A Roma si fece apprezzare dal Papa, che lo nominò vescovo di Macerata e Tolentino nel 1801. "Si impegnò subito a trasmettere con l’esempio e con la parola infuocata quella stessa vita spirituale, intensa e fedele, che lui viveva da sempre – spiega Marconi –. Riformò la vita dei preti e dei fedeli, a partire dai seminaristi. Intensificò l’impegno missionario tra il popolo con la predicazione e opere di carità. Il suo stile evangelico radicale si scontrava con gli interessi dei ricchi e la superbia del clero". Nel 1808 San Vincenzo si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al governo napoleonico, così furono sequestrati i suoi beni e venne deportato. Dopo la caduta di Napoleone, san Vincenzo poté nel 1814 tornare a Macerata. "Rinunciando ad onori e potere umano e politico che gli venivano offerti altrove, riprese la sua intensa azione pastorale in diocesi. Cercò di riportare fede e morale tra il popolo. Giunto a 78 anni, molto affaticato, diede le dimissioni dall’incarico vescovile, per poi morire nel 1823. Proclamato santo da Pio XII nel 1950, divenne patrono delle diocesi di Macerata e Tolentino. Il suo corpo tornò a Macerata il 12 novembre 1957, ricevendo l’amore e la devozione soprattutto di quel popolo umile e povero che ha tanto amato e servito lungo tutta la sua vita. Durante quest’anno centenario cercheremo di conoscere meglio un modello sempre attuale di vita cristiana".
CronacaSan Vincenzo, urna traslata in cattedrale