Sandra Andrenelli saluta "Una vita nel negozio di via Garibaldi: ora vi lascio in buone mani"

La titolare di ’Sandra Intimo’ va in pensione: prese l’attività nel 1978 "Una volta il centro era vivo e pieno di gente". Domani la nuova apertura in via Matteotti: "Dietro il bancone ci sarà mia nipote Emanuela".

Sandra Andrenelli saluta  "Una vita nel negozio  di via Garibaldi: ora  vi lascio in buone mani"

Sandra Andrenelli saluta "Una vita nel negozio di via Garibaldi: ora vi lascio in buone mani"

di Chiara Gabrielli

Va in pensione Sandra Andrenelli, dopo 45 anni passati dietro al bancone del suo negozio, ‘Sandra Intimo’, in via Garibaldi. Lei lascia, mentre l’attività si rinnova: si trasferisce in corso Matteotti 30, nei locali dove una volta c’era Borbonese. Aprirà i battenti domani alle 17.30. "Io me ne vado, ma vi lascio in buone mani – le parole di Andrenelli, rivolte ai suoi clienti –, in negozio troverete sempre mia nipote, Emanuela Gatti, che qui dentro, si può dire, è cresciuta. Grazie a tutti coloro che hanno fatto acquisti da me in questi lunghi anni, mi hanno aiutato a rimanere in piedi nonostante le tante difficoltà, dalla crisi economica al terremoto e alla pandemia. Via Garibaldi è stata per me una seconda casa. Lascio con profondo dispiacere, ma ora sento anche il bisogno di dedicarmi a me stessa, è tempo".

Andrenelli, maceratese, compirà 70 anni tra qualche mese: da mezzo secolo porta avanti un negozio che in centro è un punto di riferimento per tanti. Questa attività, infatti, esiste da oltre 100 anni. Un pezzo di storia della città. In origine, si trovava al civico 41 (pochi metri più su rispetto a dove si trova ora): "Apparteneva a una signora, Argentina Schiavoni – ricorda Andrenelli –, era stato aperto nel 1920. Io poi, nel 1978, le chiesi se potevo comprarlo io. Mi disse di sì e l’affare fu subito fatto". Nei 10 anni precedenti, "avevo lavorato come commessa da ‘Castellani confezioni’, che era al posto della farmacia (finché non si trasferì in corso della Repubblica). Nel ‘78 decisi di mettermi in proprio. Avevo un bimbo appena nato, il primo dei miei due figli. Così, iniziai quest’avventura". Che richiese molto impegno e grandi sacrifici. "Avevo solo la quinta elementare – racconta Andrenelli –, ma per prendere la licenza dell’attività commerciale già a quei tempi ci voleva la terza media. Così, il primo anno di avvio del negozio ho dovuto frequentare la scuola serale, tre anni in uno, le lezioni si tenevano alla Mestica. Chiudevo il negozio alle 20 e ogni sera, dal lunedì al venerdì, dalle 20.30 alla mezzanotte ero a scuola. Per mesi ho fatto questa vita. Mio marito lavorava in fabbrica e quando riusciva veniva a darmi una mano in negozio, il bimbo stava con mia suocera o con la vecchia proprietaria, che fortuna mi davano una mano. Quell’anno è stata davvero dura, ma poi ho dato l’esame, insieme con i ragazzini di terza media, ho preso la licenza e l’anno successivo mi sono intestata l’attività. È stata una bella soddisfazione". Il negozio di prima "era davvero piccolo". Il ricordo più bello? "Quando l’ho rinnovato e poi ingrandito". Rimpianti? "Forse uno – osserva Andrenelli –, quando facevo la commessa da Castellani il direttore della Standa, che avevo aperto i battenti da poco, venne a cercami per assumermi, mi madre però era contraria, quindi rifiutai. Un po’ di rimpianto l’ho avuto, perché avrei avuto una vita da dipendente, con uno stipendio fisso".

Portare avanti, invece, una attività per conto proprio non è stato affatto semplice: Sandra ricorda i giorni in cui doveva cavarsela da sola, i continui viavai tra il negozio e il magazzino di via Mozzi, a volte sotto la pioggia, anche quando era incinta del secondo figlio. Ma non si è mai lamentata. Certo, quarantacinque anni fa era tutto un altro mondo: "Si lavorava moltissimo, venivano ragazze da Treia, Chiesanuova, Cingoli, da ogni parte della provincia, acquistavano calze, mutande e reggiseni. Ricordo che le collant 10 denari costavano 1.500 lire, ne vendevo in gran quantità, per 20 o 30mila lire ogni giorno. E il sabato, che era il giorno clou, le ragazze tornavano a casa con le borse piene di roba appena acquistata, qui c’era movimento, il centro era sempre pieno. A Natale, non riuscivamo a stare dietro a tutti, per quanta gente c’era".

Cos’è cambiato oggi? "Tutto. Prima non c’erano i centri commerciali e non c’era internet, per fare shopping si veniva in centro. Adesso invece si attribuisce meno importanza al rapporto umano, di fiducia, tra negoziante e cliente, si punta meno alla qualità del prodotto. Prima, il centro era vivo, ricordo che potevamo permetterci di chiudere anche una settimana per le ferie, mentre oggi se ci prendiamo una pausa di tre giorni a Ferragosto è oro colato – fa notare Andrenelli –. Ora in centro ci sono anche meno residenti, tra loro poche famiglie, mentre sono tanti gli studenti che, però, difficilmente acquistano in questi negozi". La piccola impresa di Sandra, invece, regge proprio sulle solide basi della fiducia tra venditore e acquirente: "Ci sono clienti che vengono qui da quando ho aperto, sono perlopiù residenti del centro. E sono molto dispiaciuti che io me ne vada. Ma, chissà, magari il mercoledì mattina mi potranno ancora trovare dietro il bancone del nuovo locale in corso Matteotti – dice, con un sorriso –. Speriamo che lo spostamento sia un successo e che lo sforzo possa essere apprezzato da tutti, ogni cambiamento è sempre sintomo di un voler andare avanti".

"Con il trasferimento faccio un salto di qualità – le parole della nipote di Sandra, Emanuela Gatti –, vogliamo valorizzare i nostri prodotti e ora lo faremo in una parte del centro di Macerata che da un po’ di tempo ha ripreso vita. Mi aspetto più giro e anche clienti diversi, oltre, naturalmente, a quelli storici. Ho iniziato a lavorare qui, al fianco di mia zia, in modo saltuario da quando facevo le superiori e poi dagli anni ‘90 in modo stabile. Sono contenta di questo nuovo inizio. Vi aspettiamo tutti, domani pomeriggio, per festeggiare con noi".