Sanità, ora i sindacati aprono alla riforma

Via l’Asur regionale, ecco cinque Ast provinciali articolate in distretti e ospedali. "Confronto serrato, ma nessuna pregiudiziale"

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di Franco Veroli

Confronto serrato sulla sanità tra la Regione e i sindacati in merito all’annunciato riassetto organizzativo delle aziende ospedaliere, ma anche su tutte le altre questioni aperte, a partire dal personale. Nei giorni scorsi, ci sono già stati un paio di incontri (mercoledì con Cgil, Cisl e Uil, giovedì con gli altri sindaci della sanità) nel corso dei quali, attraverso delle diapositive, è stata presentata la proposta elaborata dall’assessore Filippo Saltamartini e dalla giunta regionale, che conferma le linee di fondo di quanto era già stato reso noto. È prevista la cancellazione dell’azienda sanitaria unica regionale (Asur), al posto della quale saranno istituite cinque aziende sanitarie territoriali (la delimitazione è quelle delle attuali Aree Vaste), ognuna con propria personalità giuridica e dunque autonomia: Pesaro-Urbino (che incorpora anche l’azienda ospedaliera ospedali riuniti Marche Nord), Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli. Restano nella loro autonomia l’azienda ospedaliero-universitaria di Torrette e l’Inrca. Ogni Ast sarà articolata in distretti, dipartimento di prevenzione e presìdi ospedalieri. Saranno ridefiniti ruolo e funzioni dell’agenzia regionale sanitaria, che comunque coordinerà un sistema centralizzato di acquisti. "Sul piano di riassetto generale esprimiamo un giudizio positivo, visto che da anni chiediamo di rimuovere l’azienda sanitaria unica – dice Marcello Evangelista, segretario regionale della Uil Fpl –. Tuttavia abbiamo chiesto, insieme alle altre confederazioni, che ci sia consegnato un testo scritto ufficiale per esaminare la proposta nei dettagli. L’impostazione di fondo, però, è condivisibile. È vero che c’è un grave problema di personale, frutto di trent’anni di politica scellerata della sanità, per affrontare il quale abbiamo chiesto un incontro specifico, ma ciò non pregiudica l’avvio della riorganizzazione. Del resto, ci sono anche altri problemi: la stabilizzazione dei precari, il superaffollamento delle rsa e così via. Ma riorganizzare la sanità regionale può dare una mano a risolverli". "Attendiamo di avere un documento scritto per poter analizzare la proposta in modo accurato, poi esprimeremo un nostro parere. Non siamo pregiudizialmente ostili a nessuna possibilità, purché questa sia congiunta alla risoluzione delle priorità, a partire dal personale", sottolinea Rocco Gravina, coordinatore Cisl di Macerata. "Quanto al piano per la riduzione delle liste di attesa – prosegue –, esprimiamo un giudizio positivo, purché trovi riscontro concreto nella realtà. Vanno chiarite alcune questioni inerenti alle disponibilità del personale e poi è necessario un monitoraggio continuo per verificarne l’efficacia". "Il piano ci è stato presentato, ma anche noi abbiamo chiesto di avere un testo scritto preciso, per poter esaminare la proposta in dettaglio – afferma Matteo Pintucci, segretario regionale della funzione pubblica Cgil –. Alcune questioni, in particolare le modalità di attuazione del riassetto, vanno chiarite. E poi bisogna comprendere bene il percorso che si intende fare, poiché i tempi, a nostro avviso, si prospettano molto più lunghi rispetto a quelli previsti. In ogni caso, per il 21 giugno abbiamo convocato un incontro di tutte le articolazioni della Cgil per fare insieme un’attenta riflessione". Pollice verso dell’intersindacale dei medici, secondo la quale, con l’annunciata riforma, si va dal male in peggio.