Parcheggio a Rampa Zara, un progetto superato? A mettere in discussione l’utilità del parcheggio a Nord, fortemente voluto dall’assessore Silvano Iommi ma che sta mandando in crisi l’intera giunta divisa sulla sostenibilità dell’operazione, è l’ex consigliere Ivano Tacconi, che ricorda come un nuovo parcheggio senza le tante strade di collegamento promesse negli anni e mai realizzate, non sarebbe più necessario.
"Il famoso e auspicato parcheggio di Rampa Zara era necessario solo se fossero andati a compimento i piani di ricostruzione, con le quattro corsie che dal centro fiere di Villa Potenza avrebbero portato nella vallata del Chienti, accarezzando Rampa Zara - spiega Tacconi -. Ricordo alla nuova generazione che spezzoni di questa strada sono sotto l’erba di via Martiri delle Foibe, in via Santo Stefano, via Severini con pilastri già predisposti di otto metri inghiottiti dalla vegetazione. Il progetto si interruppe per essere spostato verso l’attuale palazzetto dello sport (che ancora non c’era), così il parcheggio chiesto ancora oggi dall’assessore Iommi a Rampa Zara fu annullato e venne, invece, costruito il parcheggio dei giardini Diaz".
L’ex consigliere, oggi esponente della lista civica Macerata Rinnova, ricorda anche altri passaggi della storia viaria cittadina. "Fui anche presente in Consiglio con una mia proposta, poi votata, per una totale bonifica della zona che dal parcheggio Garibaldi va a Borgo San Giuliano, mettendo così in risalto lo stupendo panorama che dal monte Conero si estende fino al mare - aggiunge Tacconi -. Il sindaco Parcaroli potrà dire si al progetto Rampa Zara, circondando il centro storico di parcheggi, e rispettare la professionalità dell’architetto Iommi, ma sono passati troppi anni e le cose sono cambiate. La città con i suoi ’no’ ha perso il periodo del facile sviluppo. Oggi il recupero può avvenire se l’amministrazione comunale saprà portare a termine le strade programmate dalla Quadrilatero, avere idee per la stagnante zona industriale Valleverde, realizzare il nuovo ospedale, offrire le nostre scuole, con l’Agraria in prima fila, per il troppo nominato Piano Mattei per l’Africa".