Macerata, l'ex bar del Sasso d’Italia abbandonato da anni

La protesta dei residenti: “Chiosco tra degrado e balordi’’

Rolando Cesca in quel che resta del chiosco (foto Calavita)

Rolando Cesca in quel che resta del chiosco (foto Calavita)

Macerata, 17 aprile 2018 - «Questo è un posto meraviglioso. Ma il chioschetto è abbandonato da tempo». Al Sasso d’Italia si incontrano ogni giorno i residenti della zona: un punto di ritrovo da sempre, per chiacchierare e rilassarsi, portare a spasso il cane, fare un picnic, un luogo dove si è immersi nella natura, a due passi dalla città. Ma quel chiosco è lasciato a se stesso: in diversi l’hanno gestito, d’estate, finché non è stato chiuso, parecchi anni fa. Al Sasso d’Italia non ci sono quindi neanche i servizi igienici. «Qui il bagno è naturale – scherzano i residenti –, se si deve fare un bisogno c’è l’erba. È un peccato che non ci sia più il bar. Questo è il punto migliore di Macerata. Almeno per noi nativi di Montalbano, che ci troviamo a frequentare il posto ogni giorno, anche d’inverno se il tempo non è brutto».

«Il luogo sarebbe da sfruttare meglio – sottolinea Sergio Macellari, residente della zona, ex giocatore della Maceratese negli anni ‘50-‘60 –, ma chi lo fa? Quando si parla di interventi da fare, la risposta è sempre la stessa, che non ci sono soldi e le priorità sono altre». «Una volta il chiosco vendeva gelati, bibite, panini, era proprio un bel posto – spiega un altro residente, Rolando Cesca –, adesso dietro è aperto, chiunque può entrarvi facilmente, dentro c’è di tutto. Si sono pure portati via una porta di alluminio. Il terremoto poi ha causato delle crepe, visibili anche all’esterno. Noi lo teniamo d’occhio, il chioschetto, se c’è qualcosa che non va telefoniamo al Comune. Ma tutto il luogo purtroppo è trascurato, l’erba non la tagliano mai, la strada per arrivare qui è terribile, piena di buche al punto che anche l’autobus in certi tratti fa difficoltà. La notte, poi, qui si trovano i tossicodipendenti, tempo fa alcuni sbandati hanno preso uno dei tronchi tagliati e l’hanno fatto rotolare giù fino alla strada, qualche automobilista poteva lasciarci la pelle».

C’è un campo di bocce accanto al chiosco abbandonato, «ma anche questo ormai non lo usa quasi più nessuno», sottolineano i residenti. «Chiunque può avere accesso – aggiunge Mirko Zampi – e fare di tutto. Perché non usa quel bar per dare lavoro oppure per spazi dedicati a qualche attività per i cittadini?». L’ex bar si trova su terreno della Provincia, che ha concesso diritto di superficie: «Per affidare il chiosco a terzi – spiega Narciso Ricotta, assessore ai Lavori pubblici – occorre mettersi d’accordo con la Provincia, solo allora si potrà pensare a un eventuale progetto». «Ci incontreremo a giorni per discuterne – precisa Antonio Pettinari –, spero già in settimana».