Sasso d’Italia, burocrazia implacabile. E il chiosco ormai è un ricordo

Chiuso da quattro anni. Il Comune: "Colpa della Provincia" FOTO Abbandonato

Macerata, il chiosco del 'Sasso d’Italia' (Foto Calavita)

Macerata, il chiosco del 'Sasso d’Italia' (Foto Calavita)

Macerata, 16 aprile 2015 - Il chiosco del ‘Sasso d’Italia’ (foto) è chiuso da talmente tanti anni che ci si ricorda della sua esistenza solo quando si vanno a fare due passi nella zona o quando si portano i bambini a giocare nello spazio verde adiacente. Però, pensando al ‘Sasso d’Italia’ sono tanti i ricordi che possono venire alla mente, perché è stato uno dei punti di ritrovo più frequentati sia dai ragazzi, perché in estate al chiosco si organizzavano spesso concerti e spettacoli, sia per gli adulti che volevano cercare un piccolo polmone verde all’interno della città. Ma, proprio i troppi rumori e gli schiamazzi notturni, erano fonte di dissapori tra i residenti e i gestori del locale e tra le cause che ne hanno portato alla chiusura.

Oggi il chiosco è ancora tristemente chiuso, le serrande abbassate da quattro anni, qualcuno ha anche provato a romperne una e, per evitare che potessero essere rotti i vetri oppure che si sbirciasse nelle stanze vuote, sono stati messi dei pannelli di legno a copertura. Un’immagine di abbandono che cozza, invece, con quella del parco circostante, un bosco urbano, realizzato dal Comune tra il 1993 e il 1994 con alberi di diverse specie, dove non mancano anche i giochi per i bambini. La sorte del chiosco, però, è nelle mani della Provincia, proprietaria dell’immobile che, fin dagli anni Settanta, lo dava in gestione al Comune che poi provvedeva ad assegnarlo tramite bando. L’ultima gestione risale al 1° aprile 2011, quando la cooperativa Meridiana decise di riconsegnare le chiavi del locale avuto tramite contratto nell’agosto del 2009.

«Le trattative con la Provincia – spiega l’assessore Ubaldo Urbani – sono riprese alla fine del 2012, abbiamo verificato la disponibilità dell’ente a cederci il diritto di superficie, ma ad oggi stiamo ancora aspettando che completino l’iter. Solo allora il Comune potrà disporre del chiosco e procedere al bando per la sua assegnazione».

La giunta comunale, nell’aprile 2013, ha messo nero su bianco la sua volontà di ritornare in possesso del chiosco (un’area di circa 4mila metri quadrati) proprio per «l’importanza che l’area del Sasso d’Italia riveste come spazio verde attrezzato fruito dalla popolazione residente e la necessità segnalata dai cittadini di mantenere e riattivare all’interno del bosco urbano l’attività di somministrazione di alimenti e bevande da esercitare all’interno del chiosco, unico punto di ristoro esistente all’interno dell’area». Ma la burocrazia e il programma di riorganizzazione delle Province rischiano di compromettere la riapertura di questo luogo storico che, visto che ci stiamo avvicinando all’estate, sarebbe stato ottimale riuscire a recuperare in tempi brevi. Invece, anche quest’anno si dovrà fare a meno del chiosco del Sasso d’Italia, la speranza è che la macchina amministrativa acceleri affinché si possa godere del posto almeno la prossima estate.