Scatta la prescrizione per la banda accusata di 18 colpi

Il processo è durato troppo: per un gruppo di albanesi e napoletani i giudici non hanno potuto fare altro che dichiarare il proscioglimento

Con intercettazioni e lunghe e complesse indagini, era stata individuata una banda accusata di una serie di furti. Ma il processo è durato troppo tempo, e ieri tutte le accuse sono state dichiarate prescritte. Imputati erano un gruppo di albanesi residenti a Roma (alcuni oggi detenuti per altri motivi o irreperibili) e di napoletani: Fhemi Mandrri, Mia Daniela Deaconu, romena, Samir Miha, il macedone Bajram Ameti, Rosario Quarto, Giovanni Francesco Merli, Bujar Xhepa, Shkelzen Kotili, Mustafa Mandrri, Jasar Alia, Eduart Hysa, Giovanni Silvestri, Anna Silvestri e Ylli Spahia. Erano accusati di aver dato vita a una associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione, alla asportazione di auto di grossa cilindrata e di riciclaggio delle stesse, portate prima a Napoli e poi imbarcate a Bari per l’Albania. Mandrri sarebbe stato il boss, e non avendo il cellulare tramite la romena avrebbe comunicato con gli altri, che di continuo cambiavano telefono. Quarto avrebbe ricevuto le auto rubate, e con l’aiuto degli altri napoletani avrebbe modificato i telai e dotato ogni mezzo di documenti nuovi e falsi. Ameti era il basista del gruppo che, da Roma, si spostava nelle Marche per i suoi raid. A Civitanova ad aprile del 2009 sarebbe stata rubata una Peugeot 307 a un uomo. A luglio sarebbero state rubate una moto Harley Davidson e una Fiat Croma, e da un’altra abitazione una Chevrolet Matiz. Altri furti analoghi sarebbero stati commessi anche in Abruzzo e a Macerata, tra il 2009 e il 2010. In tutto la banda avrebbe messo a segno 18 colpi. In una occasione, i carabinieri avevano intercettato i ladri dalla costa e li avevano seguiti in fuga fino a Roma, dove il conducente si era poi schiantato contro il pilone di un ponte, per consentire agli altri di darsi alla fuga mentre lui veniva arrestato. Il processo è stato lungo, per le perizie sulle intercettazioni e l’esame di tutti i testimoni. E ieri, in tribunale a Macerata, gli avvocati difensori tra cui Nicola Piccinini e Marco Poloni, hanno fatto presente che i reati erano prescritti. Il collegio non ha potuto fare altro che dichiare il proscioglimento di tutti gli imputati.