"Scontro per le rispettive ragioni" Liberazione, nuova bufera su Filisetti

Il direttore dell’ufficio scolastico regionale nel mirino di Carancini: "Il nazifascismo è un crimine". Barbaresi (Cgil): "Fascisti e partigiani messi sullo stesso piano, rigurgiti revisionisti inaccettabili"

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di Paola Pagnanelli

Una lettera sul 25 Aprile, senza usare mai la parola fascismo. L’ha indirizzata a tutti gli studenti il direttore dell’ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, attirandosi una nuova pioggia di critiche come già avvenuto l’anno scorso nella stessa occasione. Di nuovo, tornano "le rispettive ragioni e i rispettivi sogni". "Con il 25 aprile – scrive tra l’altro il direttore – terminava la seconda guerra mondiale che causò tra gli Italiani oltre 300mila Caduti militari e 150mila civili. Un immane conflitto che ha visto gli Italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi, dando luogo a uno scontro che ha frantumato il popolo. Ma il "25 aprile" darà vita alla nuova Costituzione con progetti ideali, lucidi, ispirati a un alto senso di giustizia, con il superamento delle antitesi, delle demonizzazioni reciproche, ammettendo per tutti la propria storia, senza confondere il bene col male, ma riconoscendo il supremo valore della pace. Con il "25 aprile" nasce la missione forte, ora affidata a voi: non la fazione, non i rancori, non gli odi, ma costruire la Comunità. E quindi siate uniti, pur nelle diverse idee, siate amicizia". "Ma il 25 Aprile – ribatte Romano Carancini, consigliere regionale del Pd – l’Italia celebra una Liberazione che ha una definizione precisa: è la liberazione dal nazifascismo, dall’occupazione nazista e dal regime fascista. Da ciò che oggi è crimine, e che ieri ha determinato sterminio, morte, razzismo. È la Liberazione da ciò che la Costituzione vieta e rinnega, da ciò che i nostri figli e nipoti studiano nei libri di storia: fatti oggettivi, eventi precisi, definizioni chiare. Non si tratta di "rispettive ragioni", di "rispettivi sogni". Non storie diverse né posizioni contrarie. Usi le parole giuste, direttore".

Di "rigurgiti revisionisti" parla la segretaria regionale della Cgil Daniela Barbaresi. "A ogni anniversario sembra non voler perdere occasione per propugnare la sua retorica antistorica. Un’Italia in ginocchio usciva dalle devastazioni della guerra in cui fu trascinata, al fianco del nazismo, dalla follia del fascismo. Il fascismo cancellò diritti e libertà con la repressione, le leggi razziali, le deportazioni, la guerra. Questo però Filisetti sembra non volerlo ammettere e continua a mettere sullo stesso piano chi lottava per la libertà e chi quella libertà l’aveva negata ad altri. L’anno scorso abbiamo invitato il direttore a consigliare agli studenti Calvino e "Il sentiero dei nidi di ragno", quest’anno gli suggeriamo la biografia di Pertini, che disse: il fascismo non è un’opinione: è un crimine".