Se poco pratici, lasciate perdere i social media

Paola

Pagnanelli

Facebook esiste dal 2004. In Italia è arrivato nel 2008. Oggi conta 35 milioni di utenti. In teoria, dovremmo avere imparato a usarlo, dovremmo aver capito che quello che scriviamo lì non lo leggono solo quattro gatti, ma potenzialmente tutto il mondo, dunque bisogna fare attenzione alle parole.

E invece no: e così i processi per diffamazione per i commenti su Facebook, cioè

i post che diventano scompost, sono numerosissimi. Ma la cosa che ancora di più sorprende

è che questi comportamenti poco opportuni, imbarazzanti, o "cringe", come avrebbero detto i millenials, ce li propongano ancora personaggi pubblici, politici

o funzionari di spicco di centri di ricerca ancora più di spicco. Capita l’assessore che insulta Fedez per lo smalto, quell’altro che ricorda con nostalgia la X Mas, il dirigente che bisticcia con Lapo Elkann tirando in ballo i suoi trascorsi, quello

che non si accorge di aver insultato il personale del suo ufficio, e adesso persino quello che attacca due donne di primo piano deridendole

per i denti. E tutto questo, accade dopo il caso

clamoroso dell’allora

vice sindaco di Civitanova, FaustoTroiani, sotto processo per tutti i commenti poco garbati nei confronti di vari politici e persino del Papa Francesco.

Neanche quel caso di cui tanto si è parlato è stato sufficiente, ai vari personaggi locali, per imparare la lezione: se non siete pratici di social media,

su Facebook è meglio se postate solo la foto del gatto

e del cane di casa, sennò vi fate male voi e lo fate anche agli altri, purtroppo.