Seconda laurea a 75 anni: "È per mio marito"

L’ex preside ginesina Tullia Leoni: mi sono rimessa sui libri per colmare il vuoto lasciato da Giovanni, meglio questo del burraco

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di Lucia Gentili

"L’ho fatto per lui, per coprire la mancanza di lui: chi mi ha spinto a fare questa scelta è mio marito Giovanni, anche se non c’è più. Mi avrebbe sostenuta e appoggiata di sicuro". È l’atto d’amore della 75enne di San Ginesio Tullia Leoni, che mercoledì ha preso la seconda laurea, a mezzo secolo esatto dalla prima. Questa volta all’università di Macerata in Beni culturali e turismo, cinquant’anni fa alla facoltà di Magistero, a Roma, in filosofia e pedagogia. Ora in pensione, ha avuto una lunga carriera come direttore didattico alle elementari ed è stata preside per 33 anni (da ultimo al comprensivo Tortoreto di San Ginesio). È stata festa, l’altro giorno, per la seconda volta di Tullia, insieme a parenti e amici. Il marito Giovanni, il compianto prof Cardarelli, il "preside filosofo", manca da sette anni. Per la moglie è sempre il suo "pigmalione". "I 75 anni ci sono tutti, ma credo sia più utile per l’umanità impiegarli per lo studio che per il burraco. Non ho dimestichezza con le carte", esordisce ironicamente la neo dottoressa bis, strizzando l’occhio alle amiche, amanti invece di questo gioco.

Tullia, qual è stata la sua tesi di laurea?

"Il titolo è "L’Appennino come paesaggio culturale. Una nuova storia per le aree interne", in storia contemporanea con il prof Edaordo Bressan; le nostre aree, al centro del cratere, pur tra la ricostruzione lenta e l’abbandono, almeno a livello legislativo sono in via di recupero. Io sono molto legata al territorio e al patrimonio culturale e paesaggistico che racchiude. Quindi ho scelto questa materia. Ho gestito le visite guidate alla Pinacoteca di San Ginesio, sono stata a lungo presidente dell’associazione Tradizioni Sanginesine. Nel 1972 la tesi era su "Le condizioni del lavoro e le qualificazioni degli operai in provincia di Macerata" con il prof Franco Ferrarotti (primo sociologo italiano). Indirettamente il fil rouge è sul sociale. La prima volta ho preso 105, questa 109".

A chi dedica la laurea?

"A Giovanni e a tutta la mia famiglia, ai figli Ilaria e Piergiuseppe, alle nipoti (Alice, Eleonora, Claudia e Margherita), al genero e alla nuora. Mi sono rimessa a studiare anche per coprire i vuoti, la nostalgia di mio marito. Ma non parlo mai di solitudine, perché sono circondata da affetti".

Come spiegherebbe lo studio a un giovane?

"È lo strumento che ti permette di pensare con la tua testa, rende liberi. Per lo stesso motivo sono sempre stata impegnata in politica, pur non candidandomi mai a San Ginesio, ma interessandomi di continuo alla vita del paese. Le mani in tasca non servono a niente, bisogna fare, e rischiare. Sono scesa in campo alle ultime elezioni di Tolentino e alla mia laurea era presente anche il direttivo di Civico 22, con Massimo D’Este e Paolo Dignani, persone che stimo".

Altre passioni?

"Amo viaggiare: non mete esotiche, ma città d’arte. Una volta all’anno la mia tappa è Roma. Salute e Covid permettendo, speriamo di ricominciare".

E adesso?

"Agosto è il mese in cui casa si riempie di figli e nipoti. E questa resta la gioia più grande. Poi da settembre vedrò il piano studi. Intendo proseguire con la magistrale in storia".