Un vero "inno alla famiglia" è stato innalzato da sei coppie di Piediripa che sono state festeggiate dalla comunità parrocchiale San Vincenzo Maria Strambi (santo patrono maceratese, di cui ricorrono i 200 anni dalla salita al cielo) e benedette da don Roberto D’Annibale. In prima fila, sui banchi della chiesa, Sante Salvucci ed Elena Seghetta (70 anni di matrimonio), Leonardo del Carpio ed Anna Rebichini (40), Franco Forti e Iginia Carducci (39), Ulderico Angelelli e Sabrina Cipolletta (30), Carlo Buongarzoni e Daniela Luzi, nonché Michele Menichelli e Silvia Griccini (10 anni dal gioioso sì sull’altare). Una testimonianza diretta del senso di matrimonio, famiglia, entusiasmo nel seguire i figli, anche quando comporta fatica. Una testimonianza di vita che vale forse più di mille prediche ed esortazioni, che ha commosso tutti, ed è sfociata in un applauso, dopo che il parroco ha invitato gli sposi a scambiarsi un bacio.
Familiari, parenti, amici e conoscenti hanno stretto in un abbraccio virtuale questi dodici maceratesi, interpreti del concetto di famiglia quale "cellula fondamentale della società". Il parroco ha ringraziato tutti i volontari, coordinati da Franco Forti, che si sono prodigati per organizzare in maniera eccellente la festa in onore di San Vincenzo Maria Strambi, tenutasi da giovedì a domenica negli ampi spazi dell’oratorio. Giovedì si è svolto il Concerto "Voci in Festa" del coro Strambi; venerdì è stata inaugurata una "Collettiva d’Arte", cui è seguito il "Laboratorio di pittura". Sabato sera si è tenuto lo "Spettacolo musicale" di Andrea Bonifazi, mentre domenica quello di "Tali e Quali o Quasi". Sotto il profilo gastronomico vi è stata la possibilità, nei vari stand, di assaggiare tagliatelle e gnocchi alla papera, grigliate miste, pennette al pomodoro e basilico e salsicce ai ferri. Per il bicentenario della scomparsa di San Vincenzo (passionista, che nel 1820 come Vescovo riaprì in centro San Filippo), è stata allestita una mostra con una trentina di pannelli, che nelle prossime settimane andrà a Napoli, per essere esposta in un’importante chiesa della città.
Ennio Ercoli