FRANCO VEROLI
Cronaca

Sempre meno matrimoni. E il fatidico sì in Comune supera quello in chiesa

La fotografia scattata dall’Istat: fiori d’arancio per 849 coppie in un anno. Nel capoluogo il rito religioso è più che doppiato da quello civile.

Una coppia all’altare (foto d’archivio)

Una coppia all’altare (foto d’archivio)

Nel 2023 in provincia di Macerata sono stati celebrati 849 matrimoni, 125 in meno rispetto a quelli di un anno prima, più della metà con rito civile. Escluso il 2020, anno di piena pandemia, quando è stato toccato il minimo storico di 428 matrimoni, non è il dato peggiore visto che negli ultimi vent’anni, dal 2004 al 2023, nel 2019 il numero si era fermato a 836. È questo l’ultimo aggiornamento Istat, pubblicato in questi giorni, che offre uno sguardo di lungo periodo e una sorta di "geografia della nuzialità" che sollecitano più di una riflessione.

Sul numero, al di là di qualche oscillazione, nessun dubbio che, dopo il picco toccato nel 2006 con 1.345 matrimoni, la tendenza di fondo è quella di una costante diminuzione, che non viene sostanzialmente scalfita dalla "ripresa" del 2022, quando è stata registrata una crescita di 119 matrimoni: molti di questi dovevano celebrarsi nei due anni precedenti, ma – causa Covid – erano stati rinviati. Nel 2004 a Civitanova sono stati celebrati 146 matrimoni, nel 2023 solo 90; a Corridonia si è scesi da 82 a 56, a Macerata da 118 a 104, a Recanati da 90 a 54, a San Severino da 56 a 27, a Cingoli da 41 a 25, a Pollenza da 41 a 15, a Monte San Giusto da 34 a 9, tanto per rendere l’idea. E il calo interessa anche i piccoli comuni. Ad Apiro, ad esempio, il numero è dimezzato, da otto a quattro, ad Appignano si è scesi da 19 a quattro, a Gualdo da quattro a zero, a Sant’Angelo in Pontano da dieci a uno. In nove comuni maceratesi, tutti dell’entroterra, nel 2023 non è stato celebrato alcun matrimonio e in otto appena uno. Il numero più alto di nozze è quello del capoluogo (104), seguito da Civitanova (90), Tolentino (59), Corridonia (56), Recanati (54) e Mogliano (47).

Altro aspetto che emerge con evidenza è il crescente aumento dei matrimoni con rito civile rispetto a quelli celebrati all’altare: nel 2004 i matrimoni erano stati 1.235: 894 religiosi e 341 civili; nel 2023 sono stati 849: 440 civili e 409 religiosi. Il fenomeno interessa, in particolare, i centri maggiori, a partire da Macerata, "Civitas Mariae", dove due anni fa i matrimoni civili sono stati 74 contro 30 religiosi, per proseguire con Loro Piceno, 14 contro due, Recanati, 36 contro 18, San Severino, 22 contro 5, Civitanova, 52 contro 38, Porto Recanati, 17 contro 12. Complessivamente sono 23 i comuni in cui prevale il numero delle coppie preferiscono sposarsi davanti al sindaco piuttosto che davanti ad un prete. In alcuni casi, come Apiro, Pioraco, Serravalle del Chienti, ci sono stati solo riti civili.

I matrimoni religiosi prevalgono ancora in centri come Corridonia, 46 contro dieci civili, Treia, 33 contro nove, e Tolentino 38 contro 21. Siamo sicuramente in presenza di un processo di secolarizzazione, ma anche di un contesto nuovo e un approccio diverso nei confronti del matrimonio, in cui pesano diversi fattori. Intanto sono in aumento i cosiddetti matrimoni misti, tra italiani/e e stranieri/e, in cui si incontrano sempre più spesso anche convinzioni religiose diverse; in secondo luogo è in aumento il numero delle coppie che, semplicemente sceglie di convivere, talvolta per poi sposarsi, molte altre, però, come scelta definitiva. Si aggiunga che non pochi dei matrimoni che vengono celebrati sono, non di rado, seconde nozze che, in gran parte, vengono celebrate in Comune. Da segnalare poi che in generale in Italia è in continua crescita la percentuale di coppie che, al momento di sposarsi, optano per la separazione dei beni.