Numeri importanti di servizi e attività costituiscono il vanto della Croce Gialla di Recanati, da poche settimane guidata da Elisabetta Bernacchini che dopo 18 anni da vice presidente ha assunto la carica di presidente ereditata da Roberto Cesini, altra storica figura della Croce. "È stato uno semplice scambio di ruoli fra me e Roberto, perché abbiamo lavorato sempre insieme e di comune accordo. Anche il direttivo più o meno è rimasto lo stesso. Al lavoro, infatti, ci sono Daniele Massaccesi, direttore sanitario, Fiorella Amicucci, Tania Barchiesi, Franco Canale, Luigi Albanesi, Daniele Boccanera, Riccardo Silveri, Segretario, e Matteo Maccaroni".
Di che si occupa la Croce Gialla?
"Principalmente siamo impegnati nei trasporti sociali e sanitari: basti pensare che solo l’anno scorso abbiamo percorso oltre 400mila chilometri, quasi 11 giri del mondo! Siamo inseriti nel programma di emergenza regionale: andiamo a casa del paziente che ha avuto il malore, o sul luogo di un incidente o quant’altro, valutiamo le condizioni della persona e con il medico si decide il da farsi. Da Porto Recanati, invece, dove abbiamo allestito una nostra sede, parte la seconda ambulanza, quella solo con autista e soccorritore per gestire i codici gialli e verdi, qualche volta anche quelli rossi ma guidati dalla centrale operativa".
Avete approvato il bilancio. Com’è andata?
"Per la prima volta abbiamo dovuto registrare un disavanzo di 4mila euro determinato dalla gestione della sede di Porto Recanati, dove abbiamo iniziato a lavorare due anni fa su richiesta della centrale operativa perché non c’era più la Croce Azzurra. Abbiamo organizzato il servizio h24 per l’emergenza dall’oggi al domani e quando la sede, che ci era stata data dal Comune, non è stata più idonea abbiamo trovato un nuovo locale. Nel frattempo, però, sul territorio è subentrata la Croce Rossa per cui oggi il servizio lo gestiamo insieme al 50 per cento e questo ci ha portato al disavanzo per la prima volta. In coscienza, però, non ci siamo sentiti di mandare a casa i quattro operatori che noi avevamo assunto dalla Croce Azzurra".
Quanti mezzi avete a disposizione?
"Abbiamo 12 ambulanze, 10 pulmini attrezzati per disabili, tre taxi sanitari. Gestire le ambulanze è un impegno costante e queste nel giro di breve vengono declassate, in base ai chilometri fatti e all’anno di immatricolazione: oggi non bastano 100mila euro per acquistarne una nuova con l’attrezzatura necessaria per il 118. Una volta declassata, utilizziamo il mezzo per fare le dimissioni, i ricoveri e i trasferimenti da un ospedale all’altro".
Quante persone lavorano con voi?
"Ci sono 13 dipendenti, oltre a una quarantina di volontari e i ragazzi del servizio civile".