PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Sentenza: motivazioni delle condanne "Era una gallina dalle uova d’oro"

I giudici: "Bianconi compiaceva le Fondazioni e il territorio, condotta negligente di molti e dolosa di taluni"

Sentenza: motivazioni delle condanne  "Era una gallina dalle uova d’oro"
Sentenza: motivazioni delle condanne "Era una gallina dalle uova d’oro"

di Paola Pagnanelli

Per l’ex direttore generale Massimo Bianconi, "Banca Marche era la gallina dalle uova d’oro, che garantiva stipendi elevati, premi e gratifiche a sé e alla dirigenza; grazie al suo ruolo curava anche gli interessi suoi e della sua famiglia; attraverso la iper rappresentazione di utili conseguiti, compiaceva le Fondazioni con i dividendi e, di riflesso, tutto il territorio regionale". Quanto agli altri vertici, si parla di "condotta gravemente negligente di molti e dolosa di taluni, onde riservarsi mano libera, al fine di non disturbare il manovratore (la direzione e la dirigenza, con la sonnacchiosa, a essere benevoli, corrività del cda) e moltiplicare artificiosamente gli utili, figurativi, della banca e i dividendi e i bonus, reali, a fine anno". In 580 pagine di motivazioni, il collegio presieduto dal giudice Francesca Grassi con i colleghi Corrado Ascoli e Francesca Pizii analizza l’operato dei vertici della banca e della controllata Medioleasing. Dopo il maxi processo con 12 imputati e oltre 3.500 parti civili, a gennaio il collegio ha condannato Bianconi a dieci anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta; il maceratese Stefano Vallesi, vicedirettore generale Area Mercato Bdm, a 9 anni; il pesarese Massimo Battistelli, capo area crediti Bdm, a 4 anni e 10 mesi; Giuseppe Paci, di Monsampietro, capo concessione crediti Bdm, a 5 anni e 8 mesi; Giuseppe Barchiesi, di Castelfidardo, direttore di Medioleasing, a 7 anni e mezzo, e il senigalliese Daniele Cuicchi, capo servizio commerciale Medioleasing, a 4 anni e mezzo. Assolti i componenti del consiglio di amministrazione. "L’istruttoria - scrivono i giudici - ha restituito prova granitica delle violazioni e della programmata e reiterata adozione di tali modalità in un deviato meccanismo gestionale della banca, ideato e portato avanti dalla direzione con i tecnici dell’area crediti e del servizio concessione crediti". Ecco come e perché si è arrivati al crac milionario del 2016. Il collegio ripercorre la serie di ispezioni subite da Banca d’Italia e Consob, che dal 2006 segnalavano "anticipi, sconfinamenti, crediti concessi in situazioni di rischio con affidamento sui patrimoni anziché sui bilanci". Si parla pochi controlli sui crediti erogati, di eccessiva esposizione con il gruppo Lanari, di scarsa indipendenza degli organi di vigilanza; segnalazioni taciute da Bianconi al cda. Ci sono "plurimi indicatori di fraudolenza, tra cui la sistematica superficialità delle istruttorie delle pratiche di fido; non veniva considerato il merito creditizio, con conseguente affidamento nei confronti di soggetti per importi cospicui ovvero già notevolmente esposti nei confronti della stessa Banca Marche, vieppiù senza garanzie, o in presenza di garanzie inadeguate e, in taluni casi, apparenti". Le perizie sulle garanzie erano affidate sempre agli stessi periti, a volte consegnate anche dopo la concessione del finanziamento. Quanto a Medioleasing, ci buttavano le "operazioni perse, la m... più m..." dice Cuicchi intercettato. Era usata "per continuare a garantire flussi di liquidità a soggetti economici, già pesantemente esposti con Bm o altre banche del gruppo o, comunque, con il sistema bancario" scrivono i giudici. E mentre tutto andava in malora, i vertici prendono i bonus: per Bianconi 500mila euro nel 2008, nel 2009 e nel 2010 e 216.546 nel 201 per un milione 700mila euro; per il vice Vallesi 100 mila nel 2009 e nel 2010 e 43.309 nel 2011; per Barchiesi 100mila nel 2008 e nel 2009, 80mila nel 2010 e 13.650 nel 2011, per complessivi 293.650 euro.