Sequestrata eredità da mezzo milione

Indagine della Finanza per frode fiscale e riciclaggio internazionale: bloccate le proprietà di un commercialista

Maxi truffa da 9 milioni di euro

Maxi truffa da 9 milioni di euro

di Paola Pagnanelli

Finisce sotto sequestro l’eredità da oltre mezzo milione di euro di un commercialista recanatese, indagato per frode fiscale e riciclaggio internazionale. Si tratta dell’ultimo passaggio di una inchiesta avviata tempo fa dalla Guardia di finanza. Alla fine di gennaio, le fiamme gialle di Macerata avevano eseguito un decreto di sequestro preventivo – chiesto dalla procura ed emesso dal tribunale di Macerata – della somma di oltre 4 milioni e 200mila euro, a carico di 13 soggetti tra cui il commercialista e un suo collaboratore, un ristoratore della zona di Recanati, un avvocato di Ancona, un commercialista di Fermo, un imprenditore pakistano residente a Recanati.

Le accuse, a vario titolo, erano di riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal carattere della transnazionalità. Il provvedimento era la conclusione di una complessa indagine, che un anno fa aveva portato alla luce una gigantesca frode fiscale basata sull’illecita compensazione di crediti tributari generati da fatture false: circa 300 soggetti, sull’intero territorio nazionale, avrebbero portato in compensazione crediti fittizi, e per 56 di essi era partita anche la denuncia alla procura per il reato tributario di indebita compensazione. I finanzieri avevano anche ricostruito i movimenti degli ingenti flussi di denaro incamerati vendendo crediti fasulli; in particolare, sarebbe emerso il sistema usato dagli indagati per ostacolare l’identificazione della provenienza illecita delle risorse, dirottate spesso in attività in Bulgaria e Romania.

Sulla base degli elementi raccolti, il giudice per le indagini preliminari aveva emesso un decreto di sequestro preventivo, con il quale erano stati vincolati denaro, quote societarie, auto, terreni, appartamenti (anche di pregio), locali commerciali in provincia di Foggia e a Montecatini Terme (Pistoia). Per uno dei professionisti coinvolti nell’inchiesta, il commercialista recanatese Fabrizio Fava, era stato disposto un sequestro di quasi 600mila euro, cioè la somma corrispondente a quanto avrebbe ricavato dai comportamenti illeciti. Ma i finanzieri avevano trovato solo poche migliaia di euro: l’indagato non aveva beni intestati. Tuttavia, il costante monitoraggio dei suoi rapporti bancari, e un’efficace attività di ricerca, hanno permesso di scoprire che il professionista, dopo l’esecuzione del sequestro di gennaio, aveva perso entrambi i genitori. Per effetto di questo lutto, aveva ereditato disponibilità finanziarie e, soprattutto, terreni e fabbricati nelle province di Ancona e Macerata.

I finanzieri hanno quindi esteso il sequestro a questi beni, vincolando quasi 30mila euro, otto unità immobiliari e 21 terreni per oltre 26mila metri quadrati, per un valore totale stimato in oltre mezzo milione di euro. L’indagato però, difeso dall’avvocato Paolo Marchionni, respinge tutte le accuse e da tempo chiede di essere sentito in procura per chiarire la sua posizione.