Alla vigilia della nuova assemblea dell’Aato 3, convocata per dopodomani alle 11 dal presidente Alessandro Gentilucci, il percorso per arrivare al gestore unico del servizio idrico si arricchisce di una importante novità. Sedici comuni, infatti, il 21 marzo hanno trasmesso alla stessa Aato un modello nuovo di società a cui dare vita, diverso da quello misto (gli attuali gestori più i comuni) che ha avuto il via libera della maggioranza dell’assemblea lo scorso 7 marzo. In buona sostanza, la proposta prevede l’istituzione di una società interamente partecipata dai Comuni, "Acqua pubblica Macerata", nella quale dovrebbero confluire, attraverso diversi passaggi (tra fusioni, incorporazioni e altro), i rami idrici delle Multiutilities (Apm, Atac, Assem, Assm, etc.) e anche i Comuni che ancora gestiscono il servizio in autonomia.
Un’idea sottoscritta da Civitanova, Castelraimondo, Camerino, Corridonia, Fiastra, Fiuminata, Gagliole, Monte Cavallo, Montecosaro, Morrovalle, Muccia, Pieve Torina, Pioraco, Potenza Picena, Serravalle e Visso, che appare antitetica al protocollo d’intesa tra le società per cui si è tanto speso il sindaco di Macerata e presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, insieme a tanti altri (Recanati, Tolentino, San Severino...). È evidente, dunque, che lo scontro politico, mai del tutto sopito, sia destinato trasversalmente a riaccendersi: sia nell’uno che nell’altro schieramento, infatti, ci sono Comuni governati sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Lo scontro, però, è quello che secondo Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova, va evitato. "Non dobbiamo spaccarci sulla gestione dell’acqua, va trovata la massima unità. E la nostra proposta va in questa direzione", afferma. "Intanto voglio sottolineare che non abbiamo presentato una proposta contro qualcuno – specifica Ciarapica – semmai la nostra è una presa di posizione contro un modello, quello della società mista, giuridicamente debole, su cui si sono espressi negativamente l’Antitrust, l’avvocato Boifava e anche il direttore dell’Aato, Massimo Principi". Il sindaco di Civitanova evidenzia che i proponenti di questo nuovo modello non vogliono mettere in imbarazzo nessuno. "Abbiamo chiesto di inserire la nostra proposta all’ordine del giorno dell’assemblea per poterla illustrare e discutere, ma non chiederemo di votarla. Questo certifica la nostra buona fede per una soluzione unitaria, perché la stessa proposta sarà nel frattempo stata inviata alla Corte dei Conti per avere un parere preventivo sulla sua fattibilità. È la stessa cosa che avevo chiesto di fare, purtroppo senza risultato, per la società mista". Ci sono due obiezioni forti al nuovo modello. Innanzitutto il contraccolpo sulle Multiutilities dalla cessione del ramo idrico: cosa accadrà ad Apm, Atac e altri, una volta che perderanno questo importante asset? E, poi, ci sono i tempi per chiudere la partita prima della scadenza della concessione? "È chiaro che ho fortemente a cuore le sorti dell’Atac, come di Apm e tutti gli altri. Ma non si può che partire dal rispetto della norma. Detto questo, è del tutto evidente che l’impatto andrà mitigato attraverso la tempistica e provvedimenti specifici tali da garantire la stabilità degli attuali gestori. Ma se procediamo su una strada che giuridicamente non regge, finiremo per andare a gara. E, una volta che l’acqua sarà finita in mano ai privati, allora sì che saranno dolori: non solo per le attuali società, ma anche per i cittadini".