Si assegna da sola il premio di produzione: dovrà restituirne la metà

È l’ex dirigente della comunità montana Marca di Camerino: "5.491 euro corrispondono al 50% della cifra incassata in tre anni"

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Condanna definitiva della Corte dei conti per l’ex dirigente della comunità montana Marca di Camerino Rosalba Catarini, accusata di essersi assegnata da sola il premio di produzione. La dirigente, originaria di Caldarola e residente a Macerata, era direttore-segretario generale dell’Unione Montana Marca di Camerino. Un esposto però nel 2019 aveva segnalato che, senza alcun accantonamento e senza il parere dell’organismo di valutazione, che si era pronunciato solo nel 2014, la dirigente anche nel 2015, nel 2016 e nel 2017 si era assegnata il premio di risultato, autoerogandosi l’acconto del 50 per cento. Così nel 2019 la procura contabile delle Marche chiamò in giudizio la dirigente, segnalando il conflitto di interessi, la mancata indicazione degli obiettivi da raggiungere e i criteri di misurazione della performance. La richiesta era di restituire i 10mila euro che si era autoassegnata. Cantarini però si difese assicurando di aver seguito tutte le regole, di essere l’unica dirigente in servizio nell’ente e dunque l’unica che potesse stabilire quelle erogazioni e di aver raggiunto gli obiettivi; la mancata valutazione da parte dell’organismo indipendente era dovuta a una omissione della persona nominata, cioè Alessandro Maccioni, che nel 2015 era divenuto incompatibile con quella carica perché nominato direttore generale dell’Area vasta 3, ma lo avrebbe comunicato all’unione montana solo tre anni dopo. La Corte dei conti delle Marche aveva condannato Cantarini, respingendo tutte le sue obiezioni e, in particolare, segnalando che solo nel 2018 risultava un sollecito scritto a Maccioni che, per altro, malgrado l’inerzia era stato confermato nell’incarico e pagato duemila euro l’anno. Dato però che si trattava di un piccolo ente, e che lei era l’unica dirigente, la Corte aveva dimezzato la pena, condannandola a ripagare solo 5.491 euro. Catarini allora ha fatto appello alla Corte dei conti di Roma. Ma dato che la sentenza di primo grado è stata notificata a novembre 2019, e l’appello è stato fatto a maggio, i giudici lo hanno ritenuto tardivo: i termini sono scaduti. A questo punto Catalini deve restituire la somma presa indebitamente all’ente subentrato all’unione montana Marca di Camerino.

Paola Pagnanelli